Abruzzo, Marsilio: «Necessari più assessori, priorità infrastrutture»

Abruzzo, Marsilio: «Necessari più assessori, priorità infrastrutture»
di Stefano Dascoli
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Giovedì 11 Aprile 2024, 08:15

L'AQUILA - Lorenzo Sospiri, Forza Italia, viene confermato presidente del consiglio regionale alla quarta votazione, quando il quorum scende da 21 a 16 voti. La minoranza non raccoglie l’appello del governatore Marco Marsilio a convergere in maniera unitaria («Farebbe bene all’istituzione») e conferma la scheda bianca. E così l’elezione arriva con 17 voti e un piccolo giallo: il meloniano Paolo Gatti, fino all’ultimo “allineato”, è fuori l’aula e non fa in tempo a rientrare. Manca, dunque, il suo 18esimo voto. «Solo un disguido» chiarisce lui per dissipare le ombre di una scelta politica legata, magari, al mancato coinvolgimento nell’esecutivo. Ma anche qui, a chi lo stuzzica, replica: «Nulla di questo, sono sereno». L’elezione di Sospiri è certamente il colpo di scena della prima seduta del consiglio regionale della dodicesima legislatura, insieme all’annuncio di Marsilio: «Entro sei mesi approveremo la nuova legge elettorale con collegio unico». L’ufficio di presidenza si completa con i due vice presidenti (Marianna Scoccia per la maggioranza, Antonio Blasioli per la minoranza) e con i consiglieri segretari (Luca De Renzis per il centrodestra ed Erika Alessandrini per il centrosinistra), in una composizione quattro-quinti pescarese che crea più di un mugugno nella dialettica tra territori. Sospiri accoglie l’elezione con soddisfazione: «Una preferenza che per me ha un grande significato, umano e amministrativo. Era il 12 marzo 2019 quando ho assunto un impegno di rigore, quello di essere il presidente di tutta l’Assemblea ed essere io stesso il garante dell’imparzialità del mio comportamento, pur restando uomo di centrodestra. Oggi, 10 aprile 2024, mi date la certezza di aver svolto questo compito e di aver tenuto fede al mio impegno, che, a mia volta, rinnovo con orgoglio e con spirito di servizio, secondo i principi di moderazione ed equilibrio».

Ovviamente l’elezione non unanime stuzzica l’opposizione: « La nomina partorita tra ripensamenti e assenze - dicono Daniele Marinelli e Silvio Paolucci del Pd - dimostra che nel merito e nel metodo la destra non propone alcun genere di discontinuità così come la nomina dell'assessore Verì, alla Salute, rappresenta qualcosa di già visto con i problemi enormi sulla sanità di tutti i giorni. Di fronte all’irresponsabilità di questa maggioranza, che già litiga e si divide su questioni di potere di cui ai cittadini non interessa nulla, noi dobbiamo invece assumere un atteggiamento di umiltà e responsabilità».

OBIETTIVI
È poi il turno di Marsilio, che dopo la giunta snocciola le priorità del mandato, interrotto solo dal malore della madre del consigliere di FdI Leonardo D’Addazio, seduta nel pubblico in un’aula iper-compressa tra ospiti e autorità e soccorsa da Marco Di Pangrazio, consigliere di Massa d’Albe e medico chirurgo. Interviene l’ambulanza, ma solo per precauzione. E così Marsilio può chiudere un intervento basato su tre assi portanti: le infrastrutture e la necessità di aumentare i posti in giunta (con una legge nazionale) e cambiare la legge elettorale. «Fa parte del mandato di governo - dice - la nuova legge elettorale con il collegio unico regionale, al posto dei quattro provinciali. La riproporremo con uno spirito costruttivo, aperto al confronto, ma con l’obiettivo di approvarla nei primi sei mesi della legislatura». L’allargamento della giunta è un vecchio pallino: «È un momento difficile, perché le legittime aspettative devono trovare poi una sintesi. A maggior ragione con le altre Regioni abbiamo chiesto di rivedere questa norma che penalizza le Regioni piccole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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