LO STOP
Marcello De Vito, il più votato tra i consiglieri a Roma ed espressione dell'ala lombardiana (nel senso di Roberta) ieri ha sostituito il sindaco in tutto e per tutto: «L'annuncio della squadra il 7 luglio? È probabile ma non è certo». Facendo capire che potrebbe slittare alla seconda seduta, quella del 12 (salvo revoche, sarà il secondo giorno consecutivo di sciopero dell'Ama, avremo la città ricoperta dai rifiuti). Non proprio un assist per «Virginia» che nemmeno ieri si è voluta concedere alle domande durante l'impegno pubblico al teatro Argentina. A mandare in fibrillazione il M5S sono state le prime nomine. Quella del fedelissimo Daniele Frongia, eletto consigliere ma subito nominato capo di gabinetto nonostante l'interpretazione della Legge Severino e soprattutto il «caso Marra». E cioè Raffaele, ex dirigente di Alemanno in Comune e della Polverini in Regione, diventato vicecapo vicario di gabinetto all'insaputa del direttorio romano che vigila sulla Raggi. Un nucleo ristretto guidato da Roberta Lombardi, la prima l'altro ieri a stoppare la nomina («Un piccolo errore») facendo capire l'inadempienza del sindaco nei confronti del codice etico firmato prima di candidarsi. Che oltre a 150mila euro di multa prevede che le scelte dello staff passino al vaglio del direttorio. Adesso, secondo le indiscrezioni fatte trapelare dal M5S, la nomina di Marra sarà per breve tempo. Particolari che la dicono lunga sulla difficoltà di fare partire la macchina amministrativa, con la Capitale che si trova già in emergenza rifiuti. I dolori della giovane giunta Raggi hanno superato i confini. La Sueddeutsche Zeitung dedica un lungo articolo a questi iniziali travagli scrivendo che la Raggi si trova già davanti «a un piccolo dramma». Possibile sia già finita la luna di miele con l'opinione pubblica internazionale? C'è chi giura di no, «ma questi non sono bei segnali», ragionano dal Campidoglio, diventato un bunker con tutti i ponti telefonici interrotti con l'esterno. Potrebbe arrivare anche un nuovo portavoce, una svolta figlia delle guerre interne. Il Pd, con Roberto Giachetti, si dice «molto preoccupato» per questa crisi: «Roma è al collasso». La Regione, governata dal dem Nicola Zingaretti, dopo il «frontale» sullo stadio ha deciso di non voler fornire alibi ai grillini. «Io sono cittadino romano - ha dichiarato Zingaretti - il sindaco Raggi è il mio sindaco. Da presidente della Regione, appena ci sarà una giunta in Comune, lavoreremo». In questo contesto oggi, alle 10.30, il primo sindaco donna di Roma incontrerà Papa Francesco, una visita richiesta dal nuovo inquilino del Campidoglio e concessa dal Santo Padre. La grillina non sarà sola: al suo fianco, il figlio, la madre e la suocera.