IL PROFILO
Comunque vada, la più giovane a mettere piede nell'aula consiliare Massimo Di Somma sarà la dem Margherita Welyam. Classe 1997, studentessa di scienze politiche siederà tra gli scranni del Pd insieme ad Athos De Luca, che di anni ne ha 71 a cui, invece, potrebbe spettare la palma del più anziano. Il presente del Pd a Ostia, dunque, tra passato e futuro. In caso di vittoria grillina con Giuliana Di Pillo presidente entrerà mezza lista dei pentastellati. Tra cui si annoverano: un giornalista intimidito sui social network (Antonio Di Giovanni), un insegnante di scuola media (Vittorio Allegrini), un'appassionata di trekking e immersioni subacquee (Sabrina D'Alessio), un paleontologo con un master in restauro di impronte di dinosauro (Danilo Ricci), un dipendente delle poste (Enrico Sarrazzi) e un commesso di un centro commerciale (Luca Mantuano). In caso di vittoria del centrodestra con Monica Picca, la sua maggioranza allargata prevede una serie di ex consiglieri: Pierfrancesco Marchesi, Pietro Malara (che ritornerebbe in aula dopo essere decaduto ingiustamente perché una sua competitor avrebbe manomesso i voti di preferenza alle elezioni del 2013). A seguire, l'agente immobiliare Massimiliano Mambor, la chimica Lara Mignemi e l'imprenditore Enzo Monica. Resta in panchina il primo dei non eletti Walter Berruto, ex dipendente dell'ufficio tecnico del X Municipio. Nelle file di Forza Italia, posto assicurato per Mariacristina Masi (una laurea in filosofia ed ex consigliere municipale) e l'agente di polizia penitenziaria, Luigi Zaccaria. Guerra di voti (li divide poche decine) tra l'immobiliarista Federico Salamone e l'autista Atac, Carmine Stornaiuolo.
IL CASO
Fa caso a sé Casapound. Miss preferenze rischia di essere Carlotta Chiaraluce, compagna del candidato presidente Luca Marsella, che conquista oltre 1400 voti. Ma, nonostante il record assoluto di consensi, sarà fuori dall'aula municipale visto che alle tartarughe spetterà comunque solo uno scranno. Dunque, la più votata -paradosso del metodo di spartizione dei seggi- non entrerà. Chiude il panorama- quasi felliniano- l'ex prete Franco De Donno: «Potrebbe lasciare - dicono i suoi- se capirà che quello dell'opposizione non sarà il suo ruolo. Lui è più una guida». La messa, allora, non è finita.