Migranti, caos accoglienza: si cercano ottomila posti

Migranti, caos accoglienza: si cercano ottomila posti
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 14 Giugno 2017, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 08:03
In viale Morandi, periferia est di Roma, tra le erbacce non tagliate e i palazzi popolari con le facciate scolorite, quei pochi residenti che all'ora di pranzo camminano sotto il sole tirano ancora un sospiro di sollievo: il centro d'accoglienza di Tor Sapienza non esiste più. Da qualche anno la struttura per i migranti anche a fronte delle innumerevoli sommosse dei cittadini è stata chiusa. «Era un disastro quel centro», ricorda Umberto Vitossi, 64 anni, ex impiegato in pensione. Condizioni invivibili all'interno per i migranti e i rifugiati, enormi problemi che una periferia già molto problematica come quella che si apre dietro la Togliatti. «Ci sentiamo più sicuri adesso aggiunge Cesarina ma non creda che le cose siano migliorate, guardi un po' in che schifo ci tocca vivere». Perché gli invasori, i migranti, da Tor Sapienza sono andati via ma è rimasto il degrado. E per ogni quartiere che torna a respirare, anche se non a pieni polmoni, ce ne sono altri che hanno già intentato battaglie accese. Nella provincia di Roma presenza dei migranti non è marginale: circa 8.600 suddivisi nei centri gestiti direttamente dalla Prefettura oppure dal Comune attraverso gli Sprar (il Servizio Centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), centri in convezione con associazioni e organismi umanitari.

I DISAGI
E, a macchia di leopardo, ecco i problemi. Come a Monteverde: «La nostra dice Andrea Liburdi, a capo del neonato comitato per la chiusura della tendopoli di via Ramazzini non è un'intolleranza razzista ma di vivibilità». Il suo, ormai, è un gruppo che supera le 100 adesioni e raggruppa tanti residenti della zona per i quali la tendopoli gestita dalla Croce Rossa dovrebbe essere chiusa. «In primis per come queste persone ci vivono aggiunge Liburdi e poi per i problemi che recano al quartiere». Schiamazzi notturni, aggressioni verbali e fisiche, taccheggi. Dentro quel centro ci vivono circa 400 persone e, al calar del giorno, gli abitanti si tengono alla larga dalla tendopoli. Qualcuno, invece, assiste alle fughe notturne dei nordafricani che scavalcano la recinzione del centro su via Agnelli. «Da mesi aggiunge il consigliere regionale FdI Fabrizio Santori denunciamo il sovraffollamento dei centri». Ma problemi, e rimostranze dei cittadini, ce ne sono anche in altre parti della città. All'Aurelio, un centro di accoglienza è sorto nell'hotel Il Gelsomino di largo Perassi. Ci risiedono circa 300 migranti e i residenti sono sul piede di guerra. Il motivo è sempre lo stesso: realtà degradate, come certi centri migranti, si inseriscono in contesti di quartieri ancora più degradati. Una guerra tra poveri. A via del Frantoio, Tiburtino III, hanno trovato accoglienza 99 migranti ma i residenti non li vogliono. «Qui non c'è rimasto neanche Dio», accusa Pina Riccuia, maestra. Poco più distante, appena un paio di chilometri, nonostante gli sgomberi delle scorse settimane, a largo Spadolini, pochi passi dalla stazione Tiburtina, i migranti dell'ex Baobab di via Cupa sono tornati a occupare un intero piazzale. «Ci stiamo organizzando per una manifestazione», spiega Lorenzo Mancuso del comitato di quartiere. Eppure Roma non può chiudere gli occhi. Come previsto dal decreto Minniti sull'accoglienza dei migranti, arrivato dopo mesi di contrattazione con l'Anci, la Capitale dovrà fare la sua parte sul fronte dell'accoglienza. Secondo le stime previsionali la regione Lazio che già offre ospitalità a più di 14 mila migranti, dovrebbe arrivare il prossimo dicembre a ospitarne 17 mila. Metà di questi, dovrebbero confluire a Roma e in provincia dove esistono 78 centri d'accoglienza. La prefettura a cui la sindaca Raggi ha scritto i primi di giugno per chiedere una moratoria sui nuovi arrivi, ha bandito alcuni mesi fa un concorso per 8.074 posti, dividendo la città in sei zone e calcolando i posti in base alla popolazione e ai centri già attivi. Le offerte arrivate finora non bastano a coprire la potenziale necessità. Lo scorso 22 maggio è arrivato da palazzo Valentini un altro avviso: 2.259 posti da trovare per un periodo che va dal primo luglio al 31 dicembre.