La bimba con un buco nel palato operata al Gemelli, dal deserto del Sahara a Roma: la storia di Yamila

Poco più di un anno di età, vive in un campo profughi del Saharawi ed era affetta di palatoschisi. Una malformazione che si può "riparare" solo con la chirurgia

La bimba con un buco nel palato operata al Gemelli, dal deserto del Sahara a Roma: la storia di Yamila
di Barbara Carbone
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 08:50

Potrà tornare a sorridere Yamila, la piccola del deserto nata con una malformazione del palato e operata al Gemelli. La bambina ha solo un anno d'età e vive in un campo profughi del Saharawi, in pieno deserto del Sahara, una delle realtà più povere del mondo. Un luogo nel quale non arrivano le cure e neanche la speranza di potersi curare. Il miracolo è stato possibile grazie al ponte umanitario che unisce l'ospedale romano con Emergenza Sorrisi. Una catena d'amore che ha regalato a Yamila un futuro e una vita normale. La bimba, accompagnata dal papà, è arrivata giovedì scorso al Policlinico Gemelli ed è stata affidata alle cure dell'UOC di Pediatria. Il giorno seguente è stata sottoposta a correzione della palatoschisi dall'équipe della UOC di Chirurgia Maxillo-facciale del nosocomio. L'intervento eseguito da Fabio Massimo Abenavoli e Enrico Foresta è perfettamente riuscito.

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Ieri Yamila è stata dimessa e, in queste ore, sta facendo ritorno nella tenda nel deserto dove l'aspettano la sua mamma e il fratellino. Nascere in un campo profughi nel deserto con una malformazione congenita come la palatoschisi può voler dire morire. I bambini che ne soffrono hanno infatti un buco nel palato che mette in comunicazione la bocca con le cavità nasali. Una condizione che crea gravi problemi di deglutizione, respirazione e fonazione. Il rischio maggiore è che i piccoli possano inalare latte o cibo e, di conseguenza, sviluppare polmoniti ab ingestis, quelle cioè provocate dall'ingresso di sostanze estranee nell'albero broncopolmonare. La palatoschisi può essere curata, ma solo chirurgicamente e da mani molto esperte. Per una bimba nata dove la sabbia rossa del deserto sembra toccare l'orizzonte, la possibilità di avere accesso alle cure, era lontana anni luce. Ma sul suo cammino ha incontrato gli angeli di Emergenza Sorrisi e il sogno è diventato realtà.
L'intervento è stato realizzato dall'équipe di chirurgia maxillo-facciale diretta dal professor Alessandro Moro grazie alla collaborazione tra Emergenza Sorrisi e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in atto dal 2015.

Ha ringraziato il Gemelli Fabio Massimo Abenavoli, chirurgo plastico e maxillo-facciale, presidente e fondatore di Emergenza Sorrisi. «Ringrazio anche le autorità consolari che hanno concesso i visti e le autorizzazioni per raggiungere Roma e i medici e infermieri che hanno partecipato a questa bellissima avventura».  «Teniamo molto a mantenere viva questa collaborazione con Emergenza Sorrisi» ha spiegato Alessandro Moro, direttore Chirurgia Maxillo-facciale del Gemelli. «Dopo la battuta d'arresto dovuta al Covid siamo lieti di tornare a dare il nostro contributo a questo progetto umanitario». L'intervento chirurgico della piccola Yamilia è durato poco più di un'ora. Solo un giro di lancetta, ma sufficiente a restituire un futuro alla piccola del deserto.

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