Centro Italia, tasse giù al 7% ai pensionati per vivere nelle zone del terremoto

Ecco l'imposta agevolata modello Portogallo a chi si trasferisce nel Comuni colpiti dal sisma nel 2009 e nel 2016-2017

Meno tasse per i pensionati che vanno a vivere nelle zone terremotate. Cosa dice il decreto Sostegni ter
di Luca Cifoni
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Giovedì 17 Marzo 2022, 00:17

Imposta ridotta al 7% per attirare facoltosi pensionati. Il meccanismo in vigore nei centri meridionali al di sotto dei 20 mila abitanti viene ora allargato anche ai Comuni colpiti dal terremoto del 2009 (L’Aquila) e dall’ondata sismica del 2016-2017, che ha devastato quattro Regioni del Centro-Italia: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. La speranza è riprodurre in queste aree un meccanismo simile a quello adottato ad esempio in Portogallo, Paese che grazie alla tassazione molto favorevole è diventato meta per gli anziani del resto d’Europa, inclusi molti italiani. Per la verità nel primo anno di applicazione l’imposta sostitutiva per il Mezzogiorno ha avuto un utilizzo molto ridotto, con non più di una cinquantina di adesioni. Ma si trattava di una possibilità ancora poco conosciuta e nemmeno particolarmente pubblicizzata; ci sono quindi forti margini di miglioramento.

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LA FIDUCIA

L’estensione alle zone terremotate è contenuta nel decreto Sostegni ter approvato dalla commissione Bilancio del Senato e ieri passato all’esame dell’aula. Per oggi è prevista la richiesta di fiducia da parte dell’aula e il voto finale. Un altro emendamento inserito nel testo in commissione potrebbe andare in qualche modo nella stessa direzione: prevede una corsia preferenziale per la concessione di visto di lavoro e permesso di soggiorno a “nomadi digitali” lavoratori di Paesi al di fuori dell’Unione europea che intendono lavorare da remoto in Italia.

Nelle intenzioni dei senatori che lo hanno proposto (appartenenti a Lega e Movimento 5 Stelle) si tratterebbe di un modo per attrarre talenti stranieri in paesi e città del nostro Paese, grazie alle opportunità dello smart working. I dettagli e le modalità operative dovranno essere definite in un decreto del ministero dell’Interno, da adottare entro 30 giorni dalla conversione del decreto legge.

L’emendamento sulla tassazione agevolata per i pensionati (dovuto anch’esso a senatori della Lega) riproduce dunque la norma della legge di Bilancio 2019 che prevedeva un regime opzionale per le persone fisiche titolari di redditi da pensione erogati da soggetti esteri. Si tratta di stranieri, ma anche di italiani che avendo lavorato fuori del nostro Paese hanno maturato una pensione, e potrebbero essere interessati a rientrare. Il vantaggio fiscale consiste nella possibilità di assoggettare tutti i redditi esteri (quelli da pensione ma anche eventuali altri) a un’imposta sostitutiva del 7 per cento, ben più bassa della normale aliquota media Irpef. La condizione richiesta è trasferire la residenza nel nostro Paese, condizione che si può concretizzare anche con l’iscrizione alle anagrafe dei residenti per la maggior parte del tempo corrispondente al periodo d’imposta. É necessario però che i contribuenti in questione non siano stati fiscalmente residenti nel nostro Paese per i cinque periodi d’imposta precedenti: questo per evitare che gli eventuali rientri siano fittizi: come già accennato, l’obiettivo di questa legge (nella sua versione originale e in quella allargata alle aree terremotate) è anche o forse soprattutto quello di convincere nostri connazionali che hanno passato all’estero lunghi periodi della propria vita. L’opzione va esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo in cui si trasferisce la residenza ed è valida per i cinque anni successivi. Chi fa questa scelta avrà una serie di altri vantaggi, tra cui l’esenzione dall’obbligo di presentare la dichiarazione annuale degli investimenti esteri e dalle imposte su immobili e attività finanziarie detenuti all’estero. 

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