Rieti, violenze fisiche e verbali alla moglie: uomo condannato a tre anni di reclusione

Tribunale di Rieti (foto d'Archivio)
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Giovedì 11 Maggio 2023, 00:10

RIETI - Un matrimonio naufragato troppo presto, costellato da continue violenze verbali e fisiche, da parte di un marito nei confronti della moglie, sfociato alla fine in un processo per maltrattamenti in famiglia e la condanna dell’uomo a tre anni di reclusione, decisa dal tribunale di Rieti - pena ridotta di un anno rispetto ai quattro sollecitati dal pubblico ministero Edoardo Capizzi, in quanto è stata riconosciuta all’imputato l’equivalenza tra le aggravanti contestate e le attenuanti generiche - chiamato anche a risarcire i danni alla donna, assistita come parte civile, costituitasi in proprio e come tutore del figlio minore, dall’avvocato Vincenzo di Fazio, e a versargli una provvisionale immediatamente esecutiva di alcune migliaia di euro.
Ma difficilmente ciò potrà avvenire in tempi brevi perché lui, un cittadino romeno di 43 anni, L.V.V., nel frattempo, è tornato nel suo paese di origine, mentre l’ex compagna, anche lei cittadina romena, è rimasta a vivere nel paese dell’alta valle del Velino, nella provincia reatina, dove si trovano alcuni suoi parenti, e oggi, insieme al figlio minorenne, è assistita dai servizi sociali dell’amministrazione comunale.

La vicenda. Lungo l’elenco degli episodi avvenuti nell’arco di alcuni anni (i coniugi, nel 2018, si erano recati in Romania per formalizzare il divorzio, ma la procedura non era stata ultimata), relativi a maltrattamenti consistiti in insulti, minacce e schiaffi, ai quali il bambino della coppia aveva assistito, così come sono stati ripercorsi nel corso del processo, dai testimoni sfilati in aula davanti al collegio giudicante, presieduto da Carlo Sabatini.

L’ultimo, in particolare, quando la donna era stata “sequestrata” in casa, privata dal marito delle chiavi e anche del cellulare, per impedirle di telefonare all’esterno.

L'episodio. Così, la vittima era stata costretta a chiedere aiuto da una finestra e a liberarla erano arrivati i carabinieri, riuscendo a evitare che la situazione potesse degenerare. L’episodio, però, giunto al culmine di un atteggiamento sempre più persecutorio assunto da parte dell’imputato nei confronti della donna, aveva spinto, nel medi di febbraio del 2022, il giudice delle indagini preliminari a emettere, su richiesta della procura, la misura cautelare nei confronti di L.V.V. del divieto di avvicinamento alla moglie.

Gli esiti. Subito dopo il provvedimento e il successivo rinvio a giudizio, l’imputato, del quale l’avvocato difensore Fabrizio Di Paolo ha sollecitato l’assoluzione, ritenendo non provate le violenze denunciate dalla vittima, mai refertata in ospedale, dove però non si sarebbe mai recata per paura di subire conseguenze più gravi, aveva scelto di tornare in Romania, senza presenziare al processo nei suoi confronti, che lo ha visto, ora, condannato.

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