Rieti, i piccoli bolidi del kartodromo
fanno troppo rumore: condannati
i titolari che gestiscono «La Mola»

Rieti, i piccoli bolidi del kartodromo fanno troppo rumore: condannati i titolari che gestiscono «La Mola»
di Massimo Cavoli
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 14:04
RIETI - Dieci anni dopo, c’è un vincitore in tribunale nella lunga battaglia giudiziaria di San Giovanni Reatino tra la famiglia dell’ex presidente dell’Aero Club Rieti, Claudio Matteo Mancini, e il kartodromo «La Mola» che si trova, in linea d’aria, a poche centinaia di metri dall’abitazione dell’ex consigliere comunale: la prima dovrà essere risarcita dai proprietari dell’area dove sorge l’impianto e dalle società coinvolte, a vario titolo, nell’attività, per i danni non patrimoniali derivati dall’eccessivo rumore prodotto dai piccoli bolidi quando sfrecciano nella pista che ha visto esibirsi, in passato, anche l’ex campione mondiale Max Biaggi.

Ai Mancini (assistiti dall’avvocato Cristian Baiocchi) il giudice civile Francesca Vitale ha liquidato un indennizzo complessivo di 10mila e 500 euro per ognuno (31.500 complessivi) - oltre agli interessi - da ripartire tra le sorelle Sabrina e Valeria Broccoletti, le società AK srl e Stevit Srl (assistite dall’avvocato Marcello Tavani) e l’As Team Rambo Racing Club srl, gestore dell’impianto, citati in giudizio. Interessi calcolati dal 2011, anno in cui sono iniziati i rilevamenti.

Cifra lontanissima rispetto al milione e mezzo di euro per i gravi danni alla salute, esistenziali, biologici e psico fisici invocati dal nucleo familiare nel denunciare una convivenza impossibile. Per accertare il livello della rumorosità, nel corso della lunga causa iniziata nel 2007, il tribunale ha disposto alcune consulenze tecniche e ha incaricato i carabinieri di effettuare controlli periodici con apposite apparecchiature, verifiche che hanno confermato un costante superamento dei limiti imposti dalla legge, sia durante il giorno che la notte. Immissioni propagate fino all’abitazione dei Mancini intollerabili, le ha definite il giudice.

Richiamando l’articolo 844 del codice civile, la Vitale ha affermato che «le immissioni acustiche determinate da un’attività produttiva, che superino i normali limiti di tollerabilità, fissati nel pubblico interesse da leggi o regolamenti, sono da reputarsi illecite», ma ha escluso, in altra parte della sentenza, l’esistenza del nesso di causalità con le altre gravi patologie lamentate dai ricorrenti. Una condanna che non ferma però l’attività dei go kart, ma proprietari e società – specifica il tribunale - dovranno adoperarsi per predisporre le misure tecniche idonee dotando i veicoli di idonei apparati silenziatori per ridurre le emissioni prodotte e installando barriere acustiche tecnologiche o vegetali, dove ciò sia possibile.
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