«Subiti danni permanenti dal vaccino Sabin»:
madre e figlio fanno causa per danni al Comune

Asl
di Raffaella Di Claudio
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Domenica 27 Aprile 2014, 05:59 - Ultimo aggiornamento: 16:06
FARA SABINA - Sostiene di aver subito gravissimi danni dalla somministrazione della vaccinazione antipolio Sabin nel 1970 e chiede un risarcimento milionario al Comune. Protagonisti della vicenda sono un 40enne farense e sua madre che si sono rivolti al Tribunale civile di Roma per agire contro il ministero della Salute e la Ausl di Rieti, salvo poi citare anche il Comune perché «per il Ministero, nei primi anni di istituzione del vaccino antipolio Sabin, il servizio vaccinale era affidato ai Comuni, così come stabilito dalla legge 4 febbraio 1966 numero 51». Vista la delicatezza della situazione, il Comune, con delibera di giunta numero 20, si è costituito in giudizio, incaricando l'avvocato Pamela Martini del Foro di Roma di difendere le ragioni dell'Ente.



I due farensi ritengono, infatti, di aver subito danni pari a circa un milione e 279mila euro per il figlio e circa 690mila per la madre. I danni, a leggere l'atto pubblicato all'albo pretorio comunale, secondo i ricorrenti, sarebbero legati al fatto che «la vaccinazione sarebbe stata effettuata con una dose di vaccino non correttamente conservata, senza avere acquisito il consenso informato del genitore, all'oscuro delle conseguenze e degli effetti collaterali della vaccinazione, e della possibilità di utilizzare il vaccino Salk, meno pericoloso. Il bambino - sempre per i ricorrenti - non sarebbe stato sottoposto a controlli per escludere situazioni di rischio e la madre non sarebbe stata avvertita delle precauzioni da osservare in caso di effetti collaterali. Il medico incaricato, infine, avrebbe compiuto errori nei tempi e nelle quantità complessive di somministrazione, violando il protocollo vaccinale ministeriale». Una bella gatta da pelare per l'amministrazione.