Rieti, sicurezza assente
nel camping bruciato
indagata una persona

Il camping bruciato
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Venerdì 14 Settembre 2018, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 13:55
RIETI - Non è stato possibile individuare una causa certa che provocò l’incendio e la distruzione di molti caravan e mezzi all’interno dell’area camping del Terminillo che si affaccia sulla strada statale, a poca distanza da Pian de Valli, ma certamente le misure di sicurezza erano inadeguate, gli impianti elettrici non erano a norma e neppure potevano essere utilizzati gli idranti per arginare le fiamme: mancava l’acqua perché l’impianto idrico era scollegato.
In aggiunta, le casette erano troppo vicine e questo ha contribuito ad agevolare l’effetto a catena delle fiamme, alimentate anche dall’esplosione di diverse bombole del gas.

E’ questa, in sintesi, la conclusione raggiunta dal consulente d’ufficio nominato dal giudice delle indagini preliminari nell’ambito dell’incidente probatorio, per chiarire modalità e fattori scatenanti che all’alba del 4 agosto dello scorso anno rischiarono di provocare una tragedia nell’area dove si trovavano a villeggiare decine di camperisti e di vacanzieri ospitati nelle roulotte, costretti a fuggire dal camping per mettersi in salvo.

I RILIEVI DEI VIGILI DEL FUOCO
Conclusioni che hanno ricalcato sostanzialmente quelle già raggiunte dai vigili del fuoco del comando provinciale di Rieti che dovettero lavorare molte ore per domare l’incendio insieme alle altre squadre di soccorso, coadiuvati dall’alto dall’intervento di mezzi aerei. Ieri mattina la perizia è stata depositata agli atti del dibattimento e il gip Pierfrancesco de Angelis ha disposto la restituzione del fascicolo al pubblico ministero che dovrà formulare le sue richieste nei confronti di Antonio Oliveri, unico indagato per i reati di incendio colposo e omissione colposa delle norme per la tutela sui luoghi di lavoro (difeso dall’avvocato Alessandro Brucchietti), amministratore della società Cima delle Macchie che gestisce il camping, mentre due dei danneggiati sono parte offesa, assistiti dagli avvocati Andrea Santarelli e Giovanna Ferretti.

MODIFICHE AL LUOGO
A concorrere alla mancata individuazione delle cause certe dell’incendio (l’unica ipotesi superstite avanzata è il cattivo funzionamento di un frigorifero che potrebbe aver scatenato un corto circuito dovuto alle scintille elettriche) sono state, secondo il consulente del gip, le modifiche apportate allo stato dei luoghi, il che ha impedito di effettuare prelievi del terreno in quanto l’area non è mai stata sottoposta a sequestro preventivo da parte della procura. Così, l’incidente probatorio disposto a otto mesi di distanza dall’evento, ha di fatto consegnato al perito una zona completamente alterata rispetto alle condizioni originarie.
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