Violenza al campeggio, l'animatore non poteva stare accanto ai bambini: il curriculum era falso

Violenza al campeggio, l'animatore non poteva stare accanto ai bambini: il curriculum era falso
di Egle Priolo
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Giovedì 2 Novembre 2023, 08:39

PERUGIA - La condanna, un divieto di avvicinamento ai bambini e un curriculum completamente inventato. Una vecchia denuncia e la soluzione, per ottenere quel lavoro che lo avrebbe portato accanto a famiglie e minori. Questi gli ultimi particolari che emergono dalla storia di Gabriele Priori, 33enne di Ancona agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una bimba di soli 6 anni. Costretta a vederlo nudo e a schivare il suo approccio mentre era in vacanza con la sua famiglia in un campeggio di Magione.

Struttura, era lo scorso agosto, in cui l'uomo si era presentato con un curriculum da animatore definito «eccellente»: esperienze in Italia e all'estero, capacità di lavorare in gruppo e tanta voglia di fare. Peccato, però, che quel curriculum – è emerso dopo – fosse completamente falso, inventato di sana pianta probabilmente per nascondere il passato incarico come maestro di scuola, da cui si era autosospeso in realtà dopo la denuncia di un'altra bambina sempre per violenza sessuale. Questi fatti risalgono all'ottobre del 2019 e hanno portato, inizialmente, al divieto di avvicinamento a scuole, pubbliche e private, ma anche - solo poche settimane fa - alla sentenza di condanna in primo grado a sei anni, di cui due da passare in una struttura per ottenere il supporto psicologico necessario: al 33enne, infatti, è stato riconosciuto un vizio parziale di mente. Eppure, nelle more del processo davanti al tribunale di Ancona, l'ex maestro si è presentato a Magione in cerca di lavoro, sembra anche all'oscuro della famiglia che lo sapeva invece in Umbria in vacanza a cercare un po' di pace e refrigerio. «Ma immediatamente dopo la denuncia della bambina, è stato allontanato e licenziato in tronco», conferma al Messaggero l'avvocato Carlo Calvieri che assiste i titolari del campeggio.

Che ora potrebbero addirittura risultare persone offese, per i danni d'immagine causati da questa terribile storia, solo per aver assunto con un contratto stagionale una persona che, nero su bianco, sembrava assolutamente impeccabile.

Priori è accusato, in Umbria, anche di detenzione di materiale pedopornografico: gli accertamenti disposti dalla procura di Perugia - eseguiti dopo la denuncia dai carabinieri della Stazione di Magione coordinati dai colleghi della compagnia di Città della Pieve diretta dal capitano Luca Battistella – hanno permesso di trovare all'interno del suo cellulare un «numero rilevante» di immagini pedopornografiche. Da qui la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura diretta da Raffaele Cantone e condivisa dal gip che ha ritenuto – come si legge nell'ordinanza - «elevatissimo, attuale e concreto il pericolo di specifica reiterazione criminosa». E non solo: il giudice parla di fatti «connotati da inquietante spregiudicatezza e totale assenza di freni inibitori» e di «negativa personalità dell'indagato, gravato da precedente specifico e da uno stato mentale patologico che lo rende del tutto arrendevole alla devianza sessuale pedofilia di cui è portatore». A cui si aggiungono le esigenze di pubblica sicurezza davanti a un soggetto che potrebbe in questo momento non essere completamente capace nei suoi intendimenti, nonostante la lucidità nel preparare un curriculum per ottenere un lavoro.
Oggi in tribunale è previsto l'interrogatorio di garanzia, durante il quale Priori, assistito dall'avvocato Stefano Migliorelli, avrà la possibilità di difendersi dalle accuse, per «ristabilire la verità dei fatti», come richiesto anche dalla sua famiglia.

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