Capuano carica il Rieti: «Il mio
Real Madrid, un onore esserci,
voglio raddoppiare la gente
allo stadio, il campo fa schifo»

Andrea Gianni ed Ezio Capuano durante la presentazione del tecnico (Foto Meloccaro)
di Mattia Esposito
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Mercoledì 9 Gennaio 2019, 19:32 - Ultimo aggiornamento: 19:48
RIETI - «Rieti è il mio Real Madrid, un onore essere qui». Sciarpa amarantoceleste al collo, accompagnato in una sala stampa di giornalisti e tifosi dall'avvocato Andrea Gianni, Ezio Capuano si è presentato alla città e lo ha fatto a modo suo, come sempre. Schietto, diretto, senza troppi giri di parole («Il campo fa schifo», riferito al mando erboso dello Scopigno), caratteristiche che lo contraddistinguono e lo rendono unico. La scleta di venire a Rieti, obiettivi stagionali, mercato, sfida contro Salerniata e Casertana.

La conferenza è un concentrato di tutto, anche se in apertura a prendere la parola è stato proprio l'avvocato Andrea Gianni: «Prima di tutto voglio ringraziare i presenti e mister Chéu per il lavoro svolto. Mister Capuano ha capito subito l'importanza del progeto, c'è stata subito empatia e voglia di iniziare un percorso condiviso, lo ringrazio per aver scelto Rieti e gli faccio il mio in bocca al lupo. In che veste sono qui? Dieci giorni fa ho ricevuto l'incarico di consulente da entrambi i soci del club».

Come detto Ezio Capuano è un fiume in piena e risponde a tutte le domande dei giornalisti in sala: «Sono onorato di essere l'allenatore del Rieti. Questa scelta è stata fatta in maniera razionale, quando vai in un posto la garanzia sono gli uomini che incontri e con cui ti relazioni».

Ieri sera l'arrivo in città e l'incontro con Curci: «Mi ha fatto una grandissima impressione, persona straordinaria. Mi ha detto "tengo a questa squadra come alle mie aziende" e mi ha abbracciato, mi ha commosso. Qui c'è un progetto importante, voglio ripagare con grandi soddisfazioni chi ha creduto in me».

Il tecnico salernitano ha fatto il punto anche su modulo, giocatori in rosa e possibili acquisti di mercato: «Bellomo? Non nascondo che lo stiamo seguendo, è un obiettivo, parliamo di un giocatore fuori categoria. Questa squadra mi piace, l'ho seguita cinque, sei volte in stagione, ha elementi importanti, gente che non c'entra nulla con questa categoria e destinata a regalare plusvalenze importanti. A questa rosa serve aggiungere un pizzico di esperienza, il girone C è quello agonisticamente più duro».

Gli obiettivi?: «Mantenere la categoria è la priorità, poi non ci precludiamo nulla. Sono un uomo di campo, la società mi ha dato garanzie sul mercato. Di sicuro il Rieti giocherà ogni partita come fosse quella della vita, bisogna avere rispetto delle persone che hanno stipendi bassi e pagano il biglietto rinunciando ad altro, lotteremo ogni partita, voglio raddoppiare la gente allo stadio, altrimenti avrò fallito. La mia emozione più grande è avere questa sciarpa al collo, il Rieti è il mio Real Madrid, è come allenare il Barcellona o il City, per me non fa differenza».

Impossibile non parlare del suo rapporto con Mourinho: «Si, è vero ci conosciamo bene, però non ci siamo sentiti. Però mi ha chiamato Montella per farmi un in bocca al lupo».

Sul "personaggio" Capuano: «Cosa significa essere un personaggio? Io mi ritengo un uomo vero, sono sempre stato l'allenatore del popolo, mettere video delle mie sfuriate su youtube, magari da parte di qualche ragazzino, non è una cosa bella. Io difendo sempre i miei giocatori, nello spogliatoio a volte però bisogna essere duri. Essere allenatori è come essere preti, devi avere la vocazione per questo mestiere». 
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