Spese pazze in Regione, chiesti tre anni di condanna per Mario Perilli

Spese pazze in Regione, chiesti tre anni di condanna per Mario Perilli
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Giovedì 22 Ottobre 2020, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 07:19

RIETI - Dopo otto anni si avvicina la sentenza in primo grado del processo sulle spese pazze della Regione che riguarda l’ex consigliere del Pd, Mario Perilli, già sindaco di Fara Sabina per due mandati ed ex vicepresidente della Provincia. L’udienza si è svolta nella mattinata di martedì presso il Tribunale di Roma. Il pubblico ministero Alberto Pioletti ha richiesto la condanna a tre anni per l’ex tesoriere del Partito democratico, Mario Perilli, cui vengono contestati i reati di peculato perché il gruppo Pd avrebbe erogato cospicue somme al giornale online Nuovo Paese Sera in cambio di servizi redazionali e corruzione per l’assunzione della figlia di Perilli nella stessa testata, dove la giovane ha collaborato per un anno. 

Stando a quanto asserito dall’accusa i contributi versati, dovendo rispettare la legge regionale, non si sarebbero potuti utilizzare a quello scopo.

La richiesta di condanna a tre anni per peculato e corruzione riguarda quindi anche Massimo Vincenti, amministratore della società Nuovo Paese Sera. Tra gli imputati ci sono poi l’allora segretaria di Mario Perilli, Maria Assunta Turco e il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, che all’epoca dei fatti, durante la nona legislatura guidata da Renata Polverini, era presidente del gruppo Pd in consiglio regionale. Per Turco e Montino l’accusa ha chiesto due anni e quattro mesi per peculato e truffa. Nei confronti di tutti gli imputati è scattata la prescrizione per il reato di abuso di ufficio e per altri reati contestati nel corso del processo. La prossima udienza si dovrebbe tenere entro fine anno. 

Il commento di Perilli. Raggiunto telefonicamente, l’ex consigliere regionale democratico farense, Mario Perilli, si è detto inevitabilmente amareggiato, ma fiducioso. «Le considerazioni che ha fatto il pubblico ministero, martedì, non riflettono quanto emerso durante la fase istruttoria e dell’ascolto dei testimoni – commenta Perilli - e nella sua difesa, il mio avvocato Alicia Mejia, che si è detta tranquilla e serena, dimostrerà l’erroneità di tali ricostruzioni. Personalmente sono molto amareggiato. Resto però in silenzio ad aspettare come ho fatto per otto anni e continuo ad avere fiducia nell’operato della magistratura. L’avrò fino alla fine perché sono consapevole di non aver fatto nulla». 

Il fantasma del processo che lo vede tra gli imputati, nel comune in cui vive, ciclicamente torna ad aleggiare. L’ultima volta non è stato più tardi di un mese e mezzo fa, in piena campagna elettorale, utilizzata da uno dei candidati a sindaco (Marco Marinangeli) per colpire politicamente l’avversario Vincenzo Mazzeo che però era risultato completamente estraneo ai fatti. 

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