Dalla chitarra dei Queen al liuto rinascimentale: lo straordinario percorso musicale del reatino Edoardo Blasetti

Dalla chitarra dei Queen al liuto rinascimentale: lo straordinario percorso musicale del reatino Edoardo Blasetti
di Luigi Ricci
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Domenica 8 Gennaio 2023, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 15:38

RIETI - Partire dai Queen e arrivare a studiare liuto rinascimentale presso la prestigiosa Università delle Arti di Brema. Sembra un percorso anomalo ma è quello svolto da Edoardo Blasetti, 31 anni, che frequenterà l’ateneo tedesco nei prossimi tre. 

Doppia anima. Galeotta fu la band di Freddie Mercury, ma soprattutto il chitarrista Brian May, della cui chitarra autocostruita Edoardo possiede una replica, usata a maggio 2020 in pieno lockdown per suonare dal balcone, come tanti italiani, una versione di “We are the champions” e reagire all’isolamento da pandemia. Edoardo ha imbracciato lo strumento elettrico a 14 anni per passare nel 2008, a 17, a quello acustico e studiare chitarra classica al Conservatorio di Musica di Santa Cecilia dove, dietro gli insegnamenti del maestro Damiano Damiani, è nata la passione per la musica antica, il liuto e il liuto rinascimentale conseguendo altrettanti diplomi. 

Il percorso. Grazie a questa rigorosa formazione teorica e tecnica Edoardo inizia l’attività concertistica, da solo e in varie formazioni, esibendosi al Reate Festival e al Festival Internazionale della Chitarra di Rieti, nonché a Urbino, Viterbo, Roma, potendo anche suonare strumenti prestigiosi come chitarra e liuto di Gennaro Fabricatore, storico liutaio napoletano tra 1700 e 1800 – «un po’ come uno Stradivari o una Fender Stratocaster suonata da Jimi Hendrix», scherza - oppure la tiorba, un liuto dal manico prolungato.

Da qui sono partite collaborazioni con lo Stradella Young Project, col Vicariato di Roma e con la World Youth Orchestra. Inoltre Blasetti ha creato un gruppo barocco, il “Concerto Regio”, insieme a Marta Pacifici, mezzo soprano; Iben Bøgvad Kejser, violino barocco e Kinga Sadzinska, viola da gamba. Infine l’artista reatino si può ascoltare nel Cd del Roma Barocca Ensemble “Cantate e duetti” vol. III di Carlo Rainaldi (1611-1691) (etichetta Tactus), e nel Cd “Gemme Musicali”, Capolavori inediti dei maestri di cappella reatini dal XVI al XVIII secolo, prodotto dall’etichetta Mep in collaborazione con la Fondazione Varrone. 

La Germania. Durante questa attività Edoardo ha conosciuto Joachim Held, uno dei migliori liutisti mondiali, grazie al quale, nonché sorretto da un “cursus” accademico di primo livello, ha potuto accedere all’Università delle Arti di Brema, dove in particolare studierà, il primo in assoluto, lo stile barocco Colombiano: «In Germania suonerò in varie formazioni – spiega Blasetti – e potrò esibirmi in altre nazioni.

Vorrei allestire anche lì un gruppo personale e registrare musica». Una carriera appena agli inizi ma già promettente, dove l’unico ostacolo è il tedesco: «Approccio traumatico – spiega – In Germania si parla di più e meglio l’inglese, ma padroneggiare il tedesco è fondamentale, nel lavoro e nel quotidiano».

A 360 gradi. “Ho giocato a basket – racconta Blasetti, nipote di Luca, ex Amg Sebastiani Basket, una convocazione in Nazionale - Però non è ideale per la scioltezza delle dita. Sono appassionato di fumetti e amante delle moto», ma la musica è la prima passione. «Il rock mi ha spinto a imparare a suonare la chitarra e con gli studi classici ho apprezzato Paganini, Fernando Sor, Mauro Giuliani e poi Monteverdi, Strozzi, Bach, Weiss, solo per citare alcuni. Poi ho scoperto che i brani per liuto che suonavo alla chitarra mi piacevano di più e riuscivo meglio a farli miei. Conciliare rock e classica? Amo Led Zeppelin e Rory Gallagher, mentre la musica di Deep Purple, Jethro Tull o Yngwie Malmsteen, come quella di Branduardi o De Andrè, per fare alcuni esempi, incorpora elementi classici e barocchi. Idem per i Beatles, mentre “It’s a hard life” dei Queen omaggia l’aria “Vesti la Giubba” dall’opera i “Pagliacci” di Leoncavallo: la musica è un universale, senza steccati». 

Perciò appena possibile, ora meno per la distanza, Edoardo Blasetti imbraccia la chitarra, incluse le sue Gibson “Les Paul” e “Sg”, o la Ibanez “Paul Stanley” – chitarrista dei Kiss – ovviamente collegate a un amplificatore Marshall, accantona “ciaccone” e “passacaglie” e si lancia in infuocate “jam” in un locale dei ‘Pozzi’: «Ne ho una in programma a primavera – racconta partendo per Brema – siete invitati».

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