Antonio Emili attacca ancora la giunta: speso mezzo milione per quattro addetti stampa e ci sono solo due operai per le strade

Antonio Emili attacca ancora la giunta: speso mezzo milione per quattro addetti stampa e ci sono solo due operai per le strade
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 00:10

RIETI - Durante il consiglio comunale dell’altro ieri si è consumato l’ennesimo strappo tra l’ex assessore all’Urbanistica Antonio Emili e la maggioranza di centrodestra. Il pomo della discordia è l’approvazione del bilancio consuntivo, tanto che al momento del voto il capogruppo di “Iocisto” è uscito dall’aula. Ma se Emili ha espresso così il suo dissenso rispetto alla gestione dei conti comunali, in soccorso della giunta Sinibaldi sono arrivati gli ex consiglieri di minoranza Alessio Angelucci e Franco Evangelista. Il primo, da poco transitato dal Centro democratico (centrosinistra) al partito Verdi è popolare di Gianfranco Rotondi, nella prossima assise comunale potrebbe addirittura – secondo fonti bene informate – formalizzare il passaggio in maggioranza. Una scelta tuttavia non nuova sul fronte politico, dato che già in Provincia Angelucci è delegato dalla presidente Cuneo (Lega) alle Politiche sociali e alle associazioni. 

I movimenti. Mentre, per quanto riguarda l’ex “Rieti in salute” Evangelista sarebbe al lavoro per costituire il gruppo consigliare della lista del presidente Francesco Rocca, con la quale tra l’altro si era candidato alle scorse elezioni regionali. Nel frattempo l’ex assessore Emili ha affidato ad una nota le ragioni per cui è uscito dall’aula durante la chiamata al voto sul rendiconto economico. «Il bilancio consuntivo del 2023 – spiega – segna un passo indietro nel percorso di risanamento finanziario del Comune. Dopo i risultati raggiunti dalla giunta Cicchetti, infatti, l’ente precipita di nuovo nella condizione di deficitarietà strutturale che mette a repentaglio la possibilità di superare lo stato decennale di predissesto dell’ente. Un regime che impone ai cittadini le aliquote massime nel pagamento delle imposte, malgrado la gravità del momento in cui l’inasprirsi del costo della vita minaccia seriamente la tenuta di famiglie e imprese».

L'accusa. E poi lancia una bordata all’indirizzo dei piani alti di Palazzo di città. «Eppure, com’è noto, la giunta Sinibaldi si è avvalsa di una legge per aumentarsi lo stipendio ed ha speso mezzo milione di euro per assumere tra le fila del suo ex comitato elettorale i quattro addetti alle foto ed ai profili social del primo cittadino, in un Comune che ha a disposizione soltanto due operai per la manutenzione di 870 chilometri di strade comunali». 
Sulla vicenda dello staff, la giunta si è sempre difesa con il fatto che l’assunzione delle quattro figure è finalizzato anche all’utilizzo dei fondi Pnrr.

Secondo Emili, a un anno dall’insediamento della giunta Sinibaldi, il Comune sarebbe tornato in deficit.

«A migliorare – sottolinea – è soltanto la condizione degli amministratori, mentre alla generalità dei cittadini si impone la continuità dei sacrifici, l’aumento della Tari e il tramonto delle speranze di sviluppo legate anche all’attuazione del progetto varato dalla giunta Cicchetti in vista del recupero dell’ex Zuccherificio». E poi aggiunge: «Chi scrive non ha preso parte alla votazione sul consuntivo del 2022, nel solco tracciato dal sindaco Cicchetti e da chi lo affiancò nell’impresa tesa a rilanciare il capoluogo lavorando a testa e rinunciando ad una parte del proprio stipendio, senza fotografi, senza addetti ai social e senza mai riservare alcun privilegio a sé o ad altri». 

Il nodo. Intanto, sempre nel consiglio comunale dell’altro giorno c’è stato un confronto tra Emili e l’assessore al Bilancio Sebastiani sulle annualità pregresse che la Diocesi doveva al Comune per Imu, Ici e Tasi. Il capogruppo di Iocisto ha appreso in aula e in commissione di un presunto «accordo transattivo» con il quale l’ente avrebbe rinunciato a una parte di queste imposte. Sebastiani si è difeso spiegando che «si tratta di una conciliazione giudiziale che soggiace al rispetto delle regole nell’ambito del processo tributario che è diverso dall’accordo transattivo in sede civilistico».

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