Via libera di Papa Francesco al riconoscimento del martirio delle vittime di Pol Pot

Via libera di Papa Francesco al riconoscimento del martirio delle vittime di Pol Pot
di Franca Giansoldati
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Martedì 16 Giugno 2015, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 14:27
Città del Vaticano Papa Bergoglio ha dato il via libera al riconoscimento dei primi martiri della dittatura comunista dei Khmer Rossi, in Cambogia. Un periodo buio, un regime spietato e crudele, dove le persecuzioni, le uccisioni di massa e i campi di prigionia in condizioni proibitive costarono la vita a milioni di persone. La Chiesa fu distrutta. Molti sacerdoti, durante l’invasione dei Khmer, decisero di restare a fianco della popolazione per “non far perdere la speranza nonostante tutto attorno fosse tenebra”, scriveva un missionario francese trucidato. La fase diocesana per la beatificazione riguarda 35 persone, martiri brutalmente soppressi dalla follia di Pol Pot. A riferirlo è l’agenzia vaticana, Fides che ha raccolto l’annuncio di padre Gustavo Benitez, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie. I 35 martiri per i quali inizia il lungo iter, sono morti tra il 1970 ed il 1977, e sono nativi di Cambogia, Vietnam e Francia.

“Si tratta del Vescovo cambogiano Joseph Chhmar Salas e di 34 compagni, tra preti, laici, catechisti, missionari, tra i quali alcuni membri della congregazione delle Missioni Estere di Parigi (MEP)”. La celebrazione di solenne apertura del processo si è svolta a Tangkok, villaggio nella provincia di Kompong Thom, ed è stata presieduta dal vescovo Olivier Schmitthaeusle, Vicario Apostolico di Phnom Penh.



“Con l'inizio del processo, è stata creata una commissione che raccoglierà tutte le testimonianze. Alcuni furono uccisi, altri lasciati morire di fame e di stenti” spiega padre Benitez. L'apertura del processo “è importante a livello storico, perché aiuterà i cambogiani a ricostruire la storia personale e le loro radici, e anche a livello spirituale: la Chiesa in Cambogia, annullata nelle strutture, ha ripreso a vivere e a crescere". Una volta conclusa la fase diocesana del processo, se l'esito dell'istruttoria sarà ritenuto positivo, la documentazione verrà inviata in Vaticano, alla Congregazione per le cause dei Santi, che ne curerà la seconda fase.
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