L'Avvenire, ha spiegato Papa Francesco, deve aiutare a «educare a pensare» rimanendo ben lontano dall’informazione di facile consumo. Fu Paolo VI a volere la nascita di Avvenire 50 anni fa quando non c'era la cultura digitale e i nuovi mezzi tecnologici che hanno ridisegnato l'editoria mondiale. Un contesto che dovrebbe condurre la galassia dei media cattolici – l'agenzia Sir, Tv2000, il circuito radio InBlu - ad una riorganizzazione del lavoro basata sulle sinergie.
«Analogamente a quanto sta avvenendo nel settore comunicazione della Santa Sede la convergenza e l’interattività consentite dalle piattaforme digitali devono favorire sinergie, integrazione e gestione unitaria».
Bergoglio insiste nel dire che i giornali cattolici non devono «pubblicare delle cose che fanno impressione o che fanno clientela. Noi dobbiamo fare del bene a quelli che ascoltano, dobbiamo educarli a pensare, a giudicare» in modo che la realtà non ceda il posto all’apparenza, la bellezza alla volgarità, l’amicizia sociale alla conflittualità.
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