Università, torna il bonus maturità
la Camera cambia la norma del governo

Università, torna il bonus maturità la Camera cambia la norma del governo
di Alessia Camplone
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Sabato 26 Ottobre 2013, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 14:04
Rieccolo. Il bonus-maturit, ovvero il punteggio extra da 1 a 10 che premia gli studenti con il miglior voto all’esame, e che va ad aggiungersi al risultato ottenuto sui test d’ingresso alle facoltà a numero chiuso, è ricomparso. È stato reintrodotto in commissione Cultura alla Camera con un emendamento che se, come appare molto probabile, verrà approvato anche in Aula, permetterà agli studenti esclusi di rientrare con le vecchie regole. In sovrannumero: chi è riuscito a passare con l’abolizione del bonus non perderà il suo posto. La decisione di recuperare gli studenti beneficiati dal "punteggio premio" è stata presa da un voto bipartisan per un criterio di giustizia: le regole – per l’ennesima volta - erano state cambiate in corso, eliminando il bonus quando era stato già deciso che sarebbe stato introdotto.

La decisione è "una tantum". Vale solo per questa volta, poi il bonus sparirà (chissà però, ha mille vite). Gli studenti recuperati avranno un’opzione in più: potranno infatti far valere la loro scelta nel prossimo anno accademico. Chi per esempio si è iscritto a Biologia volendo andare a Medicina, potrà aspettare l’anno prossimo per trasferirsi nella facoltà prescelta, portandosi dietro gli esami compatibili, con il relativo voto, che dovesse sostenere. E’ la soluzione più equa – ne è convinto anche il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca - che non comporterà sacrifici da parte di nessuno. Chi è già stato ammesso non verrà scavalcato dai candidati con il bonus.





I CRITERI

Gli ammessi in più, secondo fonti parlamentari, sarebbero circa duemila. Ma il ministero ancora non è in grado di fornire una statistica visto che molti studenti al momento dell’iscrizione non hanno più indicato il proprio voto di maturità. E qualcuno potrebbe ripensarci, oppure valutare con il prossimo anno che fare. Le polemiche, che hanno sempre accompagnato la sofferta vicenda dei bonus (un meccanismo di cui si sono occupati ben quattro ministri) non sono finite. La cancellazione era stata decisa dal ministro Maria Chiara Carrozza perché, dopo diversi tentativi, modifiche, discussioni, non si era arrivati a un criterio che fosse il massimo dell’imparzialità. Un criterio uguale per tutti, infatti, non era ritenuto equo perché la valutazione degli studenti statisticamente cambia da nord a sud. E i correttivi introdotti avevano scatenato altre obiezioni.



IL NUMERO CHIUSO

Obiezioni che non sono mancate anche ora. L’Udu, l’Unione degli universitari, ha già diffuso un comunicato in cui liquida l’emendamento come un palliativo, e sta valutando un ricorso di massa. La soluzione scelta, secondo l’Udu, sarebbe «l’ennesima soluzione di compromesso»: e la richiesta, ancora una volta, è quella dell’abolizione del numero chiuso. «La verità – sostiene l’Udu - è che è stata una prova viziata e che l’emendamento non basta a riparare tutti i danni fatti; sono migliaia, infatti, gli studenti che consci di non avere il bonus non hanno svolto il test come potevano e dovevano». Sulla stessa linea anche Alberto Campailla, portavoce di Link, coordinamento universitario: «Il risultato finale – dice – conferma ampiamente il fallimento totale del sistema del numero chiuso». Gli studenti chiedono di sospendere anche solo per quest’anno il numero chiuso.





Soddisfazione, invece, per i membri della commissione Cultura. Anche se il presidente Giancarlo Galan, si è dimesso, appena dopo aver parlato di "grande risultato" per l’emendamento che ha risolto la lunga querelle del bonus. Le dimissioni di Galan sono la reazione ai tagli sull’istruzione.

Naturalmente, il riconteggio dei punti ottenuti nel test non sarà semplice. E le complicazioni non mancheranno anche all’interno delle scelte fatte: infatti con il bonus uno studente ammesso potrebbe migliorare la sua "classifica" e ritrovare posto nell’ateneo preferito. E ci sarà qualcuno che ritornerà in Italia: tanti studenti, sconfitti ai test, avevano scelto addirittura di andare a studiare Medicina in Albania, che ha facoltà in lingua italiana e un titolo di studio riconosciuto.
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