Il paradosso italiano: ciò che è illegittimo prevale sul diritto

di Cesare Mirabelli
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Lunedì 9 Marzo 2015, 22:21 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 00:17
Sembra proprio che non ci sia la possibilità, per l’ordinamento, di difendere se stesso e di assicurare la certezza del diritto e la corretta azione dei diversi attori che svolgono le funzioni dello Stato. L’ultimo esempio è la sentenza del tribunale amministrativo sulle nozze tra persone persone dello stesso sesso. Mi pare che i giudici amministrativi dicano con chiarezza che questi matrimoni non possono essere celebrati, e quindi non ne è consentita la trascrizione se vengono celebrati all’estero. Contrarietà all’ordine pubblico, che non consente l’ingresso di atti contrastanti con principi fondamentali del nostro ordinamento, o addirittura semplice buon senso? Ma la trascrizione in contrasto con la legge, fatta dal sindaco quale ufficiale dello stato civile che svolge una competenza dello stato centrale, secondo il tribunale amministrativo non può essere annullata dall’autorità statale, per cui conto la trascrizione è effettuata.



DIFETTO DI COMPETENZA Questa sembra, in estrema sintesi, la regola enunciata dal giudice amministrativo nel dichiarare illegittimo l’annullamento dell’atto di trascrizione disposto dal prefetto a tutela dell’ordinamento: per difetto di competenza e non per illegittimità nel merito del provvedimento adottato. L’annullamento, secondo il giudice amministrativo, può essere disposto solo a seguito di un giudizio dinanzi al giudice civile, giacché si tratta dello stato delle persone. La sentenza del tribunale amministrativo riguarda, dunque, solo la competenza a provvedere e non il riconoscimento della legittimità dell’atto; anzi la chiara affermazione della illegittimità, suscita una sensazione di impotenza per la difficoltà di affermare la legalità. Chi impugnerà quella trascrizione ? Ci si sarebbe attesi la enunciazione di un principio opposto: la trascrizione di un matrimonio non prevista dall’ordinamento dello stato civile potrebbe essere disposta solo in attuazione di una sentenza, e non rimessa ad una scelta del sindaco.



CIASCUNO A SUO MODO È da vedere se il Consiglio di stato, al quale può essere proposto appello, confermerà questo orientamento.
Intanto vale una logica molto diffusa nel costume del nostro paese: quanto è fatto, pur ritenuto illegittimo, rimane e prevale sul diritto. Inoltre, in una materia così delicata, ogni sindaco è invitato a fare quel che crede. Insomma, ciascuno a suo modo.