Emergenza carceri, nel piano del governo sconti e risarcimenti per i detenuti

Emergenza carceri, nel piano del governo sconti e risarcimenti per i detenuti
di Silvia Barocci
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Lunedì 24 Marzo 2014, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 11:48
In gioco ci sono tremila cause che Strasburgo ha congelato fino alla mezzanotte del 27 maggio prossimo per un totale di decine di milioni di euro di risarcimento. Ma la posta più alta è senz’altro l’immagine dell’Italia, che rischia di assumere la guida del semestre europeo con il fardello di una condanna della Corte dei diritti dell’uomo per ”trattamento inumano e degradante” riservato ai detenuti. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ne è perfettamente consapevole. Ed è per questo che oggi e domani sarà a Strasburgo. Per dimostrare, dati alla mano, che un’inversione di rotta già c’è stata nelle sovraffollate carceri italiane: i detenuti, che nel 2010 avevano toccato il picco di 69mila, oggi sono scesi a 60.400.



Ma soprattutto - ed è questa la vera novità - per annunciare un provvedimento con due ”misure compensative” in favore di chi è stato detenuto in celle con uno spazio vitale inferiore ai tre metri quadrati. Le soluzioni sono: 1) risarcimenti pecuniari (tra i 10-20 euro al giorno per il periodo di accertata detenzione in una cella sovraffollata) in favore di coloro che non sono più in carcere ma che hanno già presentato ricorso a Strasburgo o che lo faranno entro un termine di sei mesi dalla cessata violazione; 2) sconti di pena per chi si trova ancora ristretto (in questo caso 24 ore in uno spazio inferiore ai tre metri quadrati sarebbero calcolate come una pena maggiormente afflittiva, pari a 1,2 giorni, e dunque lo sconto sarebbe non superiore al 20% del periodo residuo da scontare).



RIENTRO IN ITALIA

Strasburgo guarda con molta preoccupazione la valanga di reclami che arrivano dall’Italia. Il provvedimento di Orlando - ancora non è chiaro se sarà un decreto o un disegno di legge - consentirebbe di far rientrare in Italia i circa 3mila ricorsi pendenti e di risolvere quelli che saranno presentati fintanto che non sarà cessata l’emergenza. Alcuni nodi del testo restano da sciogliere, ad esempio se le domande debbano essere presentate per via amministrativa o al magistrato civile oppure al tribunale di sorveglianza. L’ ”asso” che Orlando si appresta a calare a Strasburgo resta però un annuncio. E i giudici della Cedu vogliono vedere i fatti. A queste richieste, il Guardasigilli è pronto a rispondere con numeri precisi e aggiornati. Il primo: da quando è stato approvato l’ultimo ”svuota-carceri” del governo Letta, i detenuti stanno diminuendo al ritmo di 300-350 al mese. Tenendo conto che ad oggi sono 60.400, per maggio l’Italia conta di scendere sotto quota 60mila. Sempre per quella data, si calcola che non ci saranno più detenuti in spazi inferiori ai tre metri quadri a testa: in situazione di criticità sono attualmente in 2.373 ma solo movimentando 621 detenuti il problema sarà risolto. Inoltre, entro maggio saranno disponibili 1.500 nuovi posti che dovrebbero far salire la capienza regolamentare a circa 50mila unità



LE NUOVE MISURE

Ovviamente non è solo questione di numeri. Strasburgo valuterà altre misure: quante ore i detenuti sono fuori dalle celle (otto ore nel 60% dei casi, ma il numero aumenterà). E ancora: Orlando l’altro giorno ha siglato un protocollo d’intesa col garante dell’infanzia per tutelare i 100mila bambini che fanno visita a genitori in carcere. Se il Guardasigilli avrà convinto Strasburgo lo si saprà il 28 maggio. Per quella data i giudici potrebbero anche concedere altri sei mesi di ”bonus”, per consentire all’Italia di completare un quadro di riforme che al momento non prevedono né amnistia né indulto.

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