Rai, Anzaldi: «Errore chiudere Virus, regalo alla concorrenza»

Rai, Anzaldi: «Errore chiudere Virus, regalo alla concorrenza»
di Mario Ajello
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Giovedì 12 Maggio 2016, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 09:04
Michele Anzaldi, del Pd, è membro della Vigilanza Rai. 

Onorevole, ora verrà riorganizzata l'informazione pubblica?
«Il problema è che si vuole procedere senza avere un progetto. Ci si muove alla cieca. Mi auguro, per esempio, che non venga chiuso Virus. Se ne parla da troppo tempo, senza nessun chiarimento e soprattutto senza nessun dato alla mano».

Chiuderà o non chiuderà?
«Se mai dovesse avvenire, e spero che non accada, dovrebbe avvenire sulla base degli argomenti trattati e dei costi. E invece non c'è niente di tutto questo dietro alla ventilata soppressione o cambiamento della trasmissione».

Non può esserci una ragione politica: cioè che si vuole una Rai monocorde?
«Ma scusi, quale sarebbe la corda? Virus non è né di centrodestra né di centrosinistra. Ed è una trasmissione in cui Renzi è andato spesso, così come altri autorevoli membri sia del governo sia della maggioranza».

Però proprio Renzi vorrebbe chiuderla?
«Ma figuriamoci. E' andato più spesso lì che da Santoro. Semmai, verrebbe da dire che la Rai chiudendo Virus fa un danno al governo e agli italiani».
 
Perchè, secondo lei, il premier è andato più spesso da Porro che da Santoro?
«Per il contesto, per gli argomenti trattati, perché è nel servizio pubblico e per la maniera di condurre le interviste, evidentemente quella trasmissione ha funzionato. Toglierla lascerebbe un vuoto e sarebbe l'ennesimo favore a La7 e ad altre tivvù commerciali. Non dimentichiamo che la pessima gestione del caso Floris ha fatto sì che, senza un euro di risparmio per la Rai, si sia favorita La7. Che ora in quella fascia ha una trasmissione con un ex conduttore della Rai che raccoglie pubblicità come Ballarò e che addirittura, i dati sono di queste ore, ha superato per la prima volta Ballarò sia in ascolti sia in share».

Per quale motivo lei fa le barricate per Porro?
«Non faccio barricate per nessuno. Cerco di difendere l'informazione e di dire stop agli sprechi. Qualsiasi taglio indiscriminato rischia di essere un vulnus per l'informazione e soprattutto un mancato rispetto del contratto di servizio. Posso dirle un'altra cosa?».

Può.
«Quando Mentana tornerà a chiedere qual è la differenza tra la Rai e La7 dal punto di vista dell'informazione, non vorrei trovarmi nel paradosso di dover dire che La7 fa più informazione della Rai, la quale tra l'altro prende il canone e la pubblicità».

Ma l'Antitrust non ha detto proprio in queste ore che bisogna separare il servizio pubblico dalle attività commerciali?
«Ecco, appunto: non vorrei che la risposta fosse la riduzione dell'informazione».

E allora che cosa bisogna fare?
«Senza ridurre l'informazione, che anzi va aumentata perchè in Rai vi è un problema e non lo dico io ma l'Agcom e l'Osservatorio di Pavia, sarebbe bello che eliminassero gli sprechi, che applicassero il tetto degli stipendi, che le retribuzioni fossero aggiornate. Oggi gli share dei talk show sono praticamente spariti, mentre gli stipendi e i costi delle trasmissioni sono rimasti fermi a quelli dei successi di dieci anni fa».
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