Lo scrittore Vidal lascia 37 milioni di dollari ad "Harvard", i familiari impugnano il testamento: non era più lucido

Lo scrittore Vidal lascia 37 milioni di dollari ad "Harvard", i familiari impugnano il testamento: non era più lucido
di Anna Guaita
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Lunedì 11 Novembre 2013, 18:51 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 18:23
NEW YORK – Lo scrittore Gore Vidal era famoso non solo per i suoi romanzi e i suoi saggi, ma anche per il carattere polemico ed egocentrico.

E ora, anche dopo la sua morte, la sua figura è al centro di una disputa che rischia di degenerare nell’oscenità. Lo scrittore ha lasciato tutto il suo patrimonio, valutato intorno ai 37 milioni di dollari, all’Università di Harvard. La sorellastra Nina Straight e il nipote Burr Steers hanno impugnato il testamento, portando testimonianze del fatto che nei suoi ultimi anni di vita Vidal aveva la mente annebbiata da una forma di demenza senile e da un alcolismo senza controllo. E questo ricorso, che si discuterà in tribunale il 22 novembre, è già di per sè argomento di sconfinati pettegolezzi. Ma nel parlarne alla stampa, sia la signora che il nipote hanno insinuato che Vidal si sia macchiato anche della colpa di aver fatto sesso con ragazzi minorenni. L’eventuale pedofilia non dovrebbe avere peso nel giudicare se Gore Vidal fosse sano di mente quando ha rifatto il testamento nel 2011, un anno prima di morire, lasciando ogni suo avere all’Università che già possedeva tutti i suoi manoscritti. Ma certo getta un’ombra di sospetto e di disgusto sulla sua persona.



Quel che è sicuramente noto, è che Gore Vidal nel suo testamento non si è dimenticato solo della sorellastra e del nipote, che pure lo aveva assistito negli ultimi tempi, ma ha dimenticato di lasciare un premio fedeltà all’anziano cameriere-badante, Norberto Nierras, che ora è costretto a tornarsene nelle Filippine perché non può permettersi di vivere negli Usa con la sua piccola pensione. Anche la sorella di Howard Austen, l’uomo che era stato l’amatissimo partner di Vidal per 53 anni, e che è morto nel 2003, non è riuscita a farsi dare foto del fratello e ricordi di solo valore sentimentale.



Tutto ciò potrebbe proprio essere giustificato dal fatto che Vidal aveva perso lucidità. Un suo caro amico, il regista Matt Tyrnauer, racconta che dopo la morte di Austen l’autore si era fatto trasportare la camera da letto nel mezzo del salotto, in modo da vedere dalle finestre certi cipressi che gli ricordavano la sua amata residenza italiana, La Rondinaia, la villa di Ravello dove aveva trascorso anni felici con il suo partner e che aveva venduto nel 2004 (piccola curiosità interessante per i nostri lettori: Vidal aveva comprato la villa nel 1972, dopo averla trovata fra gli annunci nelle pagine del nostro giornale). Sia Tyrnauer che altri amici confermano che dopo la morte del suo compagno, Vidal era scivolato in un crescente alcolismo e nella demenza senile: “Aveva perso una parte di se stesso. Spesso piangeva, e beveva fino a crollare” ricorda Tyrnauer.



La sorellastra e il nipote sostengono dunque che il testamento non può essere giudicato valido. Tutti e due hanno giudicato necessario anche rivelare alla stampa che Vidal aveva il terrore del rivale William Buckley, un intellettuale di destra con cui ebbe un famoso scontro in tv nel 1968: discutendo della guerra in Vietnam, Vidal accusò Buckley di essere un “cripto-nazista”, Buckley rispose marchiando Vidal come “un frocio”. La lite finì con una serie di denunce e controdenunce, ma poi i due trovarono un accordo extragiudiziale. Tuttavia Vidal continuò a temere tutta la vita che Buckley avesse “un dossier legale” su di lui. E la signora Straight e il nipote Burr pensano che il terrore di Vidal nascesse dalla consapevolezza che Buckley aveva le prove delle sue relazioni con minorenni. Buckley è morto nel 2008, e il figlio ha annunciato di aver “buttato nell’immondizia il dossier Vidal”.
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