Ucraina Yanukovich: referendum in tutto il Paese
Ex cancelliere tedesco: «Capisco Putin»

Ucraina Yanukovich: referendum in tutto il Paese Ex cancelliere tedesco: «Capisco Putin»
di Luca Lippera
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Venerdì 28 Marzo 2014, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 21:41
La pressione militare di Mosca ai confini dell'Ucraina potrebbe aprire la strada a sviluppi finora imprevedibili nello scenario della crisi. Viktor Yanukovic, l'ex presidente deposto dopo la sanguinosa rivolta di Kiev, ha proposto che vengano effettuati referendum in tutto il Paese - come accaduto in Crimea - affinch i cittadini scelgano se stare con la Russia o con il nuovo governo che si autoproclamato nella capitale ucraina.

La proposta dell'ex leader, riparato a Mosca dal 22 febbraio, arriva proprio mentre si comincia a intuire che uno dei grandi protagonisti della crisi, la Germania, fin dall'inizio estremamente cauta sulla vicenda, sembra sempre più disallineata rispetto alla posizione degli Stati Uniti e della Nato. L'ex cancelliere tedesco Helmut Schimdt, padre storico dei socialdemocratici della Spd, al governo dal 1974 al 1982, ha detto in un'intervista al quotidiano Die Zeit di «comprendere la posizione di Putin», ha definito «una stupidaggine» le sanzioni e ha aggiunto che anche «quando finirà il ventunesimo secolo la Russia resterà un vicino molto importante come ai tempi di Pietro il Grande». Messaggio più esplicito di così non si poteva.



La proposta lanciata da Yanukovich di ripetere in tutta l'Ucraina il referendum con cui la Crimea ha deciso, a maggioranza schiacciante, di schierarsi con Mosca potrebbe destabilizzare l'intero Paese. Le province a est di Kiev e del fiume Dnipro - Donetsk, Sumy, Mariupol, ma anche Odessa, nell'ovest, importantissimo punto strategico sul Mar Nero - sono tendenzialmente filorusse. Alle ultime presidenziali hanno costituito il fulcro della vittoria del dposto leader ucraino.



«La presenza dell'Armata Rossa ai confini dell'Ucraina - dice il diplomatico di un Paese nell'area chiave della crisi - potrebbe spingere le popolazioni, o chi le indirizza, a chiedere i referendum su larga scala. Kiev non ha un vero esercito. Le maggioranze filorusse, rassicurate dalla vicinanza dei reparti di Mosca, avrebbero probabilmente partita facile. La Russia a quel punto potrebbe ripetere lo schema della Crimea: accettazione del voto popolare e annessione. Cosa potrebbe mai fare l'Occidente? Una guerra? Molto, molto difficile».



Tanto più difficile perché l'Europa, al di là delle parole ufficiali di condanna verso Mosca, non sembra così tetragona contro la Russia. L'intervista all'ex cancelliere tedesco Schmidt, uno dei giganti della politica internazionale negli anni della Guerra Fredda, ripresa anche dal quotidiano La Repubblica, è arrivata proprio mentre il presidente degli Stati Uniti Obama arrivava a Bruxelles (sede della Nato) da dove poi ha raggiunto l'Italia. Certi uomini, si fa notare negli ambienti diplomatici, non parlano mai a caso e «qui le parole sono state estremamente eloquenti».



Il predecessore di Angela Merkel ha definto «una stupidaggine le sanzioni» e ha suggerito «una politica estera cauta nei confronti della Russia». L'intervistatore, Matthias Nass, gli ha posto una domanda essenziale: «Quindi la politica estera della Germania verso Mosca deve essere diversa da quella americana?». Risposta: «Non è detto. La cosa dipende più dagli americani che dai tedeschi». Come a dire che se gli Usa, sulla vicenda, vorranno allinearsi a Berlino, bene. Altrimenti si andrebbe incontro a una divergenza profonda.



Schmidt, uomo non amante dei giri di parole, ha anche affrontato il tema cruciale dell'energia. «Non sarebbe affatto saggio per l'Europa diventare indipendente dall'energia russa». Da più giorni e da più parti, perfino da Londra, si è scritto che l'obbiettivo di lungo periodo degli Stati Uniti nella crisi ucraina è arrivare a sostituirsi alla Russia nel rifornire di metano il Vecchio Continente. Come? Inonondandolo con lo shale gas estratto negli Stati Uniti attraverso il frazionamento molecolare degli strati profondi della crosta terrestre.



«Penso però che non sarebbe saggio per l'Europa diventare indipendente dal gas russo - ha concluso l'ex cancelleiere - e ritengo che alla fine di questo secolo, quando noi non esistermo più, la Russia sarà comunque un vicino molto importante come lo fu ai tempi di Pietro il Grande. La linea dura contro Vladimir Putin è un errore. Bisogna immedesimarsi in lui e pansare cosa si sarebbe stati indotti a fare al suo posto. Da anni gli storici dibattono se l'Ucraina sia o meno una nazione. Putin, che si sente erede dei Romanov e anche di Lenin, lo comprendo. Se fossi stato al consiglio di sicurezza dell'Onu mi sarei astenuto, come hanno fatto i cinesi». Una Germania non allineata, in una situazoine tanto fluida, è un fattore che potrebbe cambiare molte cose e molto profondamente.
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