Ucraina, missione di Hollande e Merkel per evitare la guerra Usa-Russia

Ucraina, missione di Hollande e Merkel per evitare la guerra Usa-Russia
di Giuseppe D'Amato
3 Minuti di Lettura
Venerdì 6 Febbraio 2015, 05:43 - Ultimo aggiornamento: 16:57
MOSCA Ultimissima occasione prima dello scoppio ufficiale della nuova “Guerra fredda” o “Pace gelida”, che dir si voglia. Gli europei sono passati al contrattacco con un'inattesa iniziativa diplomatica. Si è probabilmente preso atto che l'incendio ucraino può essere fermato soltanto con una specie di accordo complessivo come a Yalta nel 1945, in cui vengano finalmente riconosciuti gli interessi dei contendenti e si offra una via d'uscita a tutti, Putin compreso. In Donbass e Lugansk la situazione è fuori controllo e si è vicini alla catastrofe umanitaria, certificata come «prossima» dalle Nazioni unite. Malgrado le pesanti sanzioni ed i morsi della crisi economica, dovuta al crollo del prezzo del petrolio, l'orso russo è deciso a vendere cara la pelle.



IL VIAGGIO DI KERRY

Gli Stati Uniti «non cercano un conflitto» con Mosca, anzi sono «per una soluzione pacifica». Così il segretario di Stato Usa, John Kerry, che ha, però, sottolineato come Washington non possa chiudere gli occhi davanti «all'aggressione russa». La Casa bianca deciderà la prossima settimana il possibile invio di «armi letali di difesa» alla repubblica ex sovietica. Ma molto dipenderà dall'esito della trattativa che si sta intavolando in queste ore e che dovrà essere perfezionata nel weekend a Monaco di Baviera. La decisione Usa di armare Kiev provocherà «danni colossali ai rapporti bilaterali», hanno già ammonito i russi. In conferenza stampa con Kerry il presidente ucraino Petro Poroshenko ha ammesso che il suo Paese sta «sviluppando cooperazione in campo della sicurezza» con gli americani, sebbene continui a lavorare a «una soluzione pacifica» al conflitto. Poi di seguito gli incontri con la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il presidente francese Francois Hollande, che oggi sono attesi al Cremlino.



LA PROPOSTA EUROPEA

L'offerta - che stando alla diplomazia Usa è parzialmente concordata con Putin - è semplice: l'Ucraina rinuncia al suo desiderio di aderire all'Alleanza atlantica ed in cambio la Russia riconosce l'integrità territoriale della repubblica slava vicina.



Kiev ha dichiarato che potrebbe accettare se le regioni, ora in mano ai separatisti, rimanessero sotto il suo controllo. Non chiara è invece la sorte della Crimea, che dopo un referendum contestato si è unita nel marzo scorso alla Russia. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha detto di non sapere quali offerte porteranno gli europei, aggiungendo: «I capi di Stato discuteranno cosa potranno fare i loro tre Paese per far terminare la guerra civile in Ucraina». Un consigliere di Putin ha ribadito la volontà costruttiva russa.



Ma intanto la macchina militare federale ed occidentale si è messa in moto. Vladimir Putin ha mobilitato i riservisti per il 2015. Tempo di impiego: due mesi. «Se domani ci sarà la guerra», ha spiegato il ministero della Difesa, il personale dovrà sapere utilizzare le tecnologie più moderne. La Nato, invece, ha iniziato ad aumentare i suoi contingenti dislocati ad Est da 13 a 30mila uomini e sta creando piccoli centri di comando dalla Bulgaria all'Estonia. La brigata alleata di pronto intervento potrà entrare in azione, se necessario, nell'arco di 48 ore.



Come la Germania e la Francia anche l'Italia è contraria alla fornitura di armi all'Ucraina. «In un momento di escalation della crisi - ha chiarito il ministro della Difesa Roberta Pinotti - sarebbe una misura che l'aumenta. In ogni modo dobbiamo raffreddare la temperatura».