Siria, il regime ora attacca i curdi: morto il fratellino del piccolo Omran

Siria, il regime ora attacca i curdi: morto il fratellino del piccolo Omran
di Cristiano Tinazzi
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Domenica 21 Agosto 2016, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 12:34

Si apre un nuove fronte in Siria, quello del regime contro i curdi. Già ad aprile scorso nella cittadina di Qamishlo c'erano stati scontri armati con dozzine di morti da ambo le parti. Qamishlo e Hasaka sono le uniche città nella zona definita di autogoverno del Rojava (il territorio sotto amministrazione curda nel nord della Siria) dove il regime ha ancora truppe e controlla installazioni militari, tra le quali l'aeroporto, il valico di frontiera con la Turchia e il cosiddetto quartiere governativo. Una situazione complessa in una cittadina che ha una nutrita presenza curda, ma anche milizie assire alleate con Damasco.
 
L'ACCUSA AL PKK
È la prima volta però che il regime di Assad viola la tregua non scritta tra curdi e regime bombardando con l'aviazione. Un comportamento, questo del presidente siriano, che non trova giustificazione a livello militare (i curdi del partito Pyd ad Aleppo sostanzialmente sono alleati del regime e hanno contribuito a chiudere il corridoio di Azaz dal confine turco alle forze ribelli) se non nei recenti riavvicinamenti prima tra Erdogan e Putin e poi con le dichiarazioni rese dal premier turco Binali Yildirim, favorevoli a un possibile ruolo dello stesso Assad nel processo di transizione post guerra. Le forze governative siriane intanto hanno accusato «l'ala militare del Pkk» di avere provocato gli scontri degli ultimi giorni. In un comunicato, il comando delle forze armate siriane afferma che «l'ala armata del Pkk ha aumentato le sue provocazioni a Hasaka, con attacchi a istituzioni, furti di petrolio e cotone, rapimenti di civili pacifici e la diffusione di un clima di caos e instabilità. Il Pkk ha messo Hasaka in stato d'assedio e ha bombardato il centro provocando la morte di militari e civili».
Una versione, questa del regime, che non concorda con quella data dai curdi, i quali parlano di un attacco ingiustificato da parte delle forze paramilitari legate al governo di Damasco(le NDdf National Defence Forces). I combattimenti, per le forze curde infatti, sono iniziati dopo che le milizie paramilitari del regime siriano hanno attaccato diverse postazioni delle Asayish (Forze di Sicurezza del Rojava). Negli scontri, le forze curde sarebbero riuscite a occupare quasi completamente una zona della città che fino ad ora era controllata dalle forze governative. Secondo diversi analisti l'attacco aereo di Damasco sarebbe stato anche una risposta al sempre più ampio coinvolgimento americano con le milizie curde in Siria. Lo confermano le dichiarazioni del maggiore Adrian Rankine-Galloway, portavoce del Pentagono, il quale ha riferito che gli aerei siriani SU-24 coinvolti nell'attacco hanno bombardato un'area nella quale si trovavano forze speciali americane in supporto della coalizione curda e delle Syrian Democratic Forces, (Sdf) costringendo aerei statunitensi ad un volo di avvertimento. Nessuno degli americani è rimasto ferito.

LE PATTUGLIE AEREE
Dopo questo incidente, gli americani hanno aumentato il numero di pattuglie aeree a maggior protezione degli uomini delle forze speciali. Le forze siriane sono ora «ben avvisate a non interferire» con le operazioni americane, ha sottolineato Rankine-Galloway. Intanto da Aleppo continuano a giungere, nonostante gli appelli per un cessate il fuoco unilaterale e uno stop ai bombardamenti, notizie di civili uccisi e feriti. Tra di loro Alì, dieci anni, fratello del piccolo Omran Daqneesh, il cui volto attonito, sporco di sangue e polvere, ritratto all'interno di una ambulanza, ha fatto il giro del mondo. I combattimenti continuano nella zona sud della città specialmente intorno alla scuola di artiglieria di Ramouseh, sotto controllo ribelle dai primi di agosto. Vani, per il momento, i tentativi del regime di ripristinare la linea principale di rifornimento per le sue truppe asserragliate in città. I russi intanto colpiscono i dintorni di Aleppo anche dal mare con missili da crociera. Almeno tre, lanciati, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo, su obbiettivi legati a Jabhat Fatah al Sham (ex Nusra).
 

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