Scoop della BBC: il candidato alle primarie del Labour Party ha partecipato a una conferenza in appoggio ai combattenti iracheni contro la coalizione occidentale in Iraq

Un'immagine di jeremy Corbin, membro della Stop the War Coalition invitata alla conferenza del Cairo del 2003
di Giulia Aubry
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Martedì 8 Settembre 2015, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 14:34
L’uomo “nuovo” dei laburisti britannici, colui che sembra destinato a guidare la sinistra inglese, avrebbe partecipato, nel 2003, a una conferenza al Cairo in cui i guerriglieri iracheni venivano incoraggiati a combattere la coalizione internazionale a guida statunitense di cui faceva parte anche la Gran Bretagna.



Lo riporta il Daily Mail, citando un servizio mandato in onda dalla BBC all’interno del format di approfondimento Panorama. La BBC ha lanciato il suo scoop a pochissimi giorni dalle primarie del Partito Laburista inglese che, sabato prossimo, vedranno Corbyn sfidare (e stando alle previsioni battere) i colleghi di partito Andy Burnham, Yvette Cooper e Liz Kendall.



All’interno di un servizio più ampio che traccia un profilo dell’uomo politico - già promotore delle campagne contro l’apartheid, membro di Amnesty International, sostenitore della necessità di coinvolgere Hezbollah e Hamas nei colloqui di pace in Medio Oriente e critico nei confronti delle sanzioni internazionali alla Russia per la questione ucraina – viene riportata una notizia in grado di creare un danno di immagine irreversibile a Corbyn.



È la stessa BBC a descrivere quanto accaduto ormai diversi anni fa. Nel 2003 Corbyn prese parte a una conferenza internazionale al Cairo in rappresentanza della coalizione Stop the War, un ‘organizzazione che aveva come obiettivo principale quello di fermare la guerra in Iraq e far venire meno il sostegno internazionale alla cosiddetta “coalizione dei volenterosi”. La Conferenza non era stata organizzata dal movimento, ma le conclusioni sono state pubblicate sul sito di Stop The War e sono rimaste lì per moltissimi anni.



Solo qualche giorno fa, quando la vittoria di Corbyn è diventata, anche in maniera sorprendente, molto più di una possibilità, qualcuno si è accorto che quel comunicato, nelle sue conclusioni, supporta “la resistenza contro le forze di occupazione con ogni mezzo legittimo, inclusa l’azione militare”. La stessa azione militare che ha causato la morte di 179 militari di sua Maestà.



Alla specifica domanda dei giornalisti della redazione di BBC One Panorama, lo staff del candidato laburista ha risposto con fermezza: “Jeremy si è sempre opposto alla guerra in Iraq e alla perdita di 179 soldati Britannici. Nessuno merita di morire. (…) La Conferenza del Cairo non è stata organizzata dal movimento di cui Jeremy faceva parte e la sua pubblicazione sul sito non significa condivisione degli obiettivi né vuol dire che tutte le parti convenute fossero d’accordo sulle conclusioni”.



L’atteggiamento di Corbyn in politica estera continua a essere l’ambito su cui i suoi avversari si concentrano maggiormente, tanto più in un momento in cui l’Inghilterra ha dato il via libera alle ricognizioni aeree sulla Siria per mettere in atto possibili bombardamenti sulle postazioni di Isis.

La campagna elettorale in seno al partito laburista, ridotto a brandelli dalla recente sconfitta elettorale del suo leader Ed Milliband a opera del Primo Ministro uscente David Cameron, sta diventando davvero incandescente. E l’ipotesi, ventilata sin dal titolo del reportage della BBC, di un’elezione di Corbyn viene vista da più parti come un vero e proprio terremoto politico dalle conseguenze imprevedibili. Così dal passato emergono sempre più possibili scheletri.