Putin firma, Khodorkovsky è libero: i servizi segreti hanno fatto pressioni all'ex magnate per chiedere la grazia

Mikhail Khodorkovsky
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Venerdì 20 Dicembre 2013, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 12:01
Mikhail Khodorkovsky libero. L'ex oligarca russo, nemico giurato di Putin, ha lasciato il carcere in cui era detenuto poco dopo la firma del decreto per la grazia da parte dello stesso presidente russo.



Khodorkovsky ha lasciato la colonia penale numero sette di Segezha, in Carelia, alle 12.20 ora locale (le 9.20 in Italia), come ha spiegato la fonte dei servizi di sicurezza della regione del nord ovest della Russia.



«Il presidente della Federazione Russa V. V. Putin ha firmato un decreto di grazia per Khodorkovski che, in accordo con questo documento, è stato sollevato dall'obbligo di continuare a scontare la sua sentenza», ha dichiarato il Servizio Penitenziario Federale russo (Fsin) in un comunicato stampa, visionato dall'agenzia Interfax.




L'ex magnate del petrolio, in carcere in Russia da più di dieci anni, avrebbe presentato richiesta di grazia a Putin sotto pressione dei servizi segreti. A rivelarlo è il quotidiano russo Kommersant. Putin ieri si era detto pronto a concedere la grazia a Khodorkovsky. Khodorkovsky, che aveva recentemente inviato una richiesta di clemenza, si era sempre rifiutato di chiederla prima, perchè tale atto implica il riconoscimento di un senso di colpa, oltre che dell'autorità del presidente. Khodorkovsky, comunque, avrebbe finito di scontare la sua pena ad agosto 2014.




Putin, nel decreto con cui l'ex oligarca è stato liberato, ha dichiarato di aver deciso per la grazia per motivi umanitari.



Pochi mesi fa, in un articolo scritto per il Financial Times in occasione del decimo anniversario del suo arresto, Mikhail Khodorkovsky aveva teso la mano ai suoi persecutori proponendo l'esempio e la visione di Nelson Mandela. «Il suo genio - aveva scritto, lasciando forse così il seme della grazia che il presidente Vladimir Putin gli ha concesso per decreto oggi - sta nel fatto che una volta uscito dal carcere ha aperto le porte ai suoi persecutori così che potessero uscire con lui invece che chiuderle loro in faccia», aveva scritto. «La vendetta non può essere considerata come un obiettivo significativo e che valga la pena essere perseguito. Solo il raggiungimento di un consenso nazionale offrirà alla Russia una speranza di sopravvivenza. Ma tale consenso deve essere raggiunto attraverso il rispetto dei diritti di ogni persona e di ogni minoranza», aveva aggiunto, lasciando intendere la sua disponibilità a stringere accordi con Vladimir Putin, pur sottolineando come «imperativo il riconoscimento dello stato di diritto e l'aspirazione alla giustizia sociale».



I parenti di Mikhail esultano, primo di tutti il padre Boris: «Ci rallegriamo per la sua liberazione, e lo aspettiamo a casa. Riteniamo che sia già uscito dalla colonia, ci crediamo, e siamo contentissimi».
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