Gaza, esplode missile da disinnescare: tra i 5 morti il videoreporter romano Simone Camilli, lavorava per l'Ap

Gaza, esplode missile da disinnescare: tra i 5 morti il videoreporter romano Simone Camilli, lavorava per l'Ap
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Mercoledì 13 Agosto 2014, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 17:03

C' un giornalista italiano tra i cinque morti (in un primo tempo si era parlato di sette) provocati dall'esplosione di un missile israeliano a Beit Lahya, nel nord della Striscia di Gaza: è Simone Camilli, 35 anni, videoreporter romano che lavorava per l'agenzia Ap. Le altre vittime sono un giornalista di Gaza e tre artificieri palestinesi. L'ospedale Kamal Adwan - dove sono giunti i corpi straziati dalla deflagrazione - ha così identificato le altre vittime: Tayssir al-Hum, responsabile dell'unità speciale per la neutralizzazione degli ordigni; il suo vice, Hazem Abu Murad; il loro assistente Billal Sultan. Con loro è morto il giornalista Ali Abu Afash. Le vittime sono state investite dalla deflagrazione durante l'operazione in cui si cercava di disinnescare il missile israeliano inesploso.

L'esplosione. Simone Camilli era un videoreporter che lavorava per diverse agenzie internazionali, tra cui l'Associated Press. Aveva una grande esperienza sul campo e aveva coperto alcuni dei maggiori eventi dal Medio Oriente, dalla Turchia ai Balcani fino al disastro della Costa Concordia. Simone abitava nel quartiere di Monteverde, a Roma, ma da anni viveva a Gaza. Il papà Pier Luigi, ex giornalista Rai, è sindaco di Pitigliano (Grosseto).

Il padre di Simone: gli avevo detto di stare attento. «Con Simone avevo parlato l'altro giorno - ha raccontato Pier Luigi Camilli - Gli avevo detto di stare attento ma mi aveva risposto di non preoccuparmi, che la situazione era tranquilla».

«Fiero di lui, vado a Gaza a riprenderlo». «Partiamo stasera per Gaza e domani ce lo riportiamo a casa - ha detto Camilli - Sono fiero di mio figlio. Aveva questo lavoro nel sangue. Ha iniziato questa professione con uno stage all'Associated Press, poi è partito e ha coperto zone calde come il Libano, Gerusalemme, Georgia. Tutti punti caldi del pianeta. Era uno dei tanti giovani italiani andati all'estero per lavorare, ma la sua è stata una scelta, non è stato costretto da nessuno». A chi gli chiedeva che tipo fosse il figlio, Camilli ha risposto: «Era un ragazzo di poche parole. Si limitava a dirmi: non ti preoccupare, non c'è problema».

I parenti: Simone sempre in prima linea. «Simone - raccontano alcuni parenti di Camilli - viveva da lungo tempo in quella zona ma in passato ha seguito anche altri conflitti in zone difficili del mondo, autore di numerosi reportage. E' sempre stato in prima linea».

Un superstite: nel missile c'era una trappola. «C'era un sorta di trappola nella bomba israeliana»: lo sostiene Najy Abu Murad, fratello di uno dei tre artificieri palestinesi rimasti uccisi, specificando che suo fratello Hazem (un alto ufficiale della polizia di Gaza) era un professionista nella neutralizzazione di quel genere di ordigni e che procedeva sempre con grande cautela. La sua convinzione è che la bomba israeliana sia stata manipolata nell'intento di provocare vittime.

Le operazioni di neutralizzazione erano iniziate nella prima mattinata quando l'ordigno era stato trasferito da una località vicina ai grattacieli di Sheikh Zayed, presso Beit Lahya, in un campo di calcio distante oltre cento metri. Questa precauzione, secondo Najy Abu Murad, ha poi salvato altre vite umane. In quel campo di calcio, nei giorni scorsi, erano stati neutralizzati altri ordigni rimasti sul terreno. Oggi le operazioni degli artificieri erano seguite da tre giornalisti molto esperti e conosciuti a Gaza, tra cui Simone Camilli.

Mogherini: una tragedia, ancora un giornalista vittima di questa guerra. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo cordoglio per la morte di Simone Camilli. «La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese - ha detto - Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter. E se ve ne fosse stato bisogno, l'uccisione di Simone dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare a una soluzione finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente».

La tregua Fino a questa sera alle 21 è in corso una nuova tregua nella Striscia di Gaza per permettere il proseguimento dei colloqui indiretti tra israeliani e palestinesi con la mediazione egiziana al Cairo.

Il Papa prega per Simone. Il papa, in volo verso Seul, incontrando i giornalisti, ha fatto una preghiera silenziosa per Simone Camilli. Dopo il minuto di silenzio il Papa ha commentato: «Queste sono le conseguenze della guerra, è così».

La notizia dell'uccisione del videoreporter italiano a Gaza è stata data da padre Lombardi sull'aereo che porta Papa Francesco in Corea per il suo terzo viaggio internazionale. «Vi ringrazio della vostra presenza qui - ha detto Papa Bergoglio - ma dopo aver sentito Padre Lombardi faccio una proposta: fare silenzio e una preghiera per Simone Camilli, uno dei vostri che oggi se ne è andato in servizio. Preghiamo in silenzio».

Il Papa si è quindi concentrato in silenzio insieme a tutti gli altri presenti in aereo e ha poi proseguito: «Queste sono le conseguenze della guerra, è così, grazie per il vostro servizio, per tutto quello che voi farete che non sarà un tour, sarà molto impegnativo, anche l'estate non favorisce il lavoro, c'è caldo, c'è umidità, vi ringrazio tanto, che la vostra parola aiuti il mondo anche a dare questo messaggio di pace, una parola di pace, è brutto quello che sta accadendo adesso. Grazie del lavoro, della compagnia».

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