Fisco, svolta di Macron: sconti a chi produce. Ma a pagare sono i pensionati e gli statali

Fisco, svolta di Macron: sconti a chi produce. Ma a pagare sono i pensionati e gli statali
di Francesca Pierantozzi
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Martedì 28 Novembre 2017, 08:58
PARIGI - Meno tasse, meno spese pubbliche, più potere d'acquisto per creare più ricchezza: la rivoluzione economica promessa da Emmanuel Macron è cominciata quattro settimane fa con una rivoluzione fiscale, pilastro della finanziaria 2018. Il fisco francese dimagrirà di 10,3 miliardi di euro entro la fine del 2018. Per il governo, l'obiettivo è lampante: «Ridistribuire il potere d'acquisto a chi produce e lavora», per l'opposizione (e alcuni sindacati) è altrettanto lampante che «La riforma premia i ricchi».

Di sicuro, le prime vittime del fisco di Macron sono i pensionati benestanti. Saranno loro a pagare di più (o a beneficiare di meno) delle principali innovazioni: aumento di 1,7 punti della Csg, l'aliquota fissa che pesa su tutti i redditi e che serve a finanziare la protezione sociale, ed esonero della tassa sulla casa per i meno benestanti o le famiglie. La Csg arriverà a pesare per il 9,2 per cento su tutti i redditi (salari, pensioni, proventi del capitale) entro la fine del 2018. Per compensare, sono soppressi i contributi sociali che pesano sulla busta paga dei lavoratori privati e che rappresentano il 3,15 per cento del salario. Sfavoriti, invece, gli statali. Via anche la patrimoniale. L'Isf, tassa sulla fortuna, che pesa oggi su 315 mila famiglie il cui patrimonio supera l'1,3 milioni di euro, sarà trasformata in imposta sulla fortuna immobiliare.

Macron ha deciso di premiare chi investe nell'economia reale. La riforma della patrimoniale rappresenterà circa 3,5 miliardi di euro in meno per le casse dello Stato. Cambiano drasticamente anche i parametri della taxe d'habitation, l'Imu di Francia: l'anno prossimo saranno l'80 per cento in meno le famiglie francesi a dover fare il temuto versamento, tradizionale obolo del mese di novembre. Si semplifica e si adatta alla maggior parte dei paesi europei la tassa sui redditi da capitale con l'introduzione di una flat tax, un prelievo forfettario del 30 per cento sui benefici dei beni mobili.

«ECONOMIA SEMPLIFICATA»
«È un provvedimento che punta a semplificare e a finanziare in modo migliore la nostra economia» ha assicurato il ministro Bruno Le Maire, che prevede una perdita per le casse dello Stato pari a un miliardo e mezzo, mentre l'Ocse ha evocato un impatto da 4 miliardi. Diminuisce anche il peso fiscale sulle società, che passerà progressivamente dal 33 per cento odierno al 25 per cento nel 2022.
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