Donna incinta scampa alle bombe di Bruxelles: la lettera indirizzata al figlio in grembo fa il giro del web

Donna incinta scampa alle bombe di Bruxelles: la lettera indirizzata al figlio in grembo fa il giro del web
di Federica Macagnone
3 Minuti di Lettura
Martedì 29 Marzo 2016, 19:18

Essere scampata alle stragi di Bruxelles, sfiorando la morte e la distruzione dei suoi sogni mentre i calcinacci le crollavano intorno, le ha cambiato la visione della vita aprendole un orizzonte sul futuro e nuove speranze. Visioni e speranze che ha raccolto in una lettera indirizzata al figlio che ancora deve nascere e che, chiusa in una busta, è destinata a essere aperta tra molto tempo: quando il piccolo compirà 16 anni la leggerà e capirà fino in fondo quale impronta abbia lasciato quel 22 marzo sulla sua mamma e sul suo papà. E quanto lui, in quei frangenti, sia stato importante: tanto da aver dato ai suoi «una fede e una ragione di vita». 

Quando le esplosioni provocate dagli attentatori dell'Isis hanno cominciato a devastare il terminal dell'aeroporto di Bruxelles, Sneha Mehta, 28 anni, e il marito Sameep erano appena atterrati dopo un viaggio a Dubai. Mentre i detriti del soffitto cadevano su di loro, hanno cominciato a correre verso l'area del parcheggio, sono riusciti a fermare un taxi e sono corsi in ospedale per controllare che il bimbo di appena 16 settimane che Sneha portava in grembo non avesse subito ripercussioni. 
 


Mentre fuggivano terrorizzati, per una frazione di secondo la ragazza ha pensato che lei, il marito e il piccolo sarebbero morti sotto l'attacco terroristico. Ma poi, correndo all'impazzata in mezzo al fumo e ai calcinacci che cadevano, ha "sentito" all'improvviso che la sua esistenza non sarebbe finita lì: ha avuto la certezza che quella fuga per la vita era una fuga vincente e che lei, il bimbo, il marito, ce l'avrebbero fatta. Una volta arrivati all'ospedale Sint-Augustinus, l'ecografia ha confermato che il piccolo era ancora sano e al sicuro. «Io non sapevo assolutamente quale direzione prendere mentre fuggivo - ha detto Sneha alla Cnn - È stato un evento tragico e sfortunato, ma io credo ancora che il mondo sia in gran parte bellissimo».

Ora Sneha ha scritto una lettera dedicata a suo figlio che, quando avrà 16 anni, leggerà le parole della mamma. «Non importa dove l'umanità è oggi - scrive tra le altre cose la ragazza - voglio solo dirti che la vita è una cosa meravigliosa e che il mondo è davvero pieno di persone straordinarie. Non hai dato a mamma e papà solo la fede e la ragione per vivere, ma anche una lucidità e una prontezza di spirito mai provate. Mi sono sentita viva come mai prima e sapevo che dovevo proteggerti, quindi sono rimasta calma, composta, pienamente consapevole che noi saremmo sopravvissuti. Quando abbiamo raggiunto l'ospedale Sint-Augustinus e ti abbiamo visto nell'ecografia, inconsapevole mentre ti succhiavi il pollice, mentre facevi le tue acrobazie, tutta la diffidenza, l'odio e l'angoscia per l'attentato terroristico si sono volatilizzate.
Spero con tutto il cuore che tu nasca in un mondo migliore, e se non sarà così, allora spero che tu faccia del tuo meglio per renderlo tale. Tu sei assolutamente prezioso per noi, e già oggi sei stato un eroe. Penso che il mondo abbia inviato tanto amore e speranza sulla tua strada, tu nella vita dovrai ricambiare tanta bontà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA