Il racconto delle ragazze che hanno denunciato di essere state violentate a Menaggio non è convergente, mentre la ricostruzione fornita dagli indagati oltre che convergente è plausibile. Per questo motivo, mancando gravi elementi di prova e il rischio di una fuga, il gip di Como Carlo Cecchetti non ha convalidato il fermo e ha scarcerato i tre giovani fermati nei giorni scorsi per violenza sessuale di gruppo, con l'accusa di avere violentato due turiste di 17 anni, italiane, sulla spiaggia del lido di Menaggio, sul lago di Como. I tre, insieme a un complice, rimangono ovviamente indagati, ma la loro posizione si è alleggerita. L'udienza di convalida di oggi era attesa come primo momento di riscontro delle pesanti accuse piovute su un barman di 22 anni di Chiesa Valmalenco (Sondrio), un albanese di 19 anni e un etiope di 22, tutti al lavoro come stagionali sul lago di Como, dopo la denuncia delle due ragazze minorenni, ospiti con amiche di una struttura vicino a Menaggio.
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I tre fin dall'inizio avevano negato ogni addebito, attribuendo gli unici atti non consenzienti - delle molestie sessuali - al quarto indagato, un giovane moldavo nel frattempo scappato dall'Italia e tornato nel suo Paese. Il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari ha evidenziato che l'unica fonte di prova a carico degli indagati è costituita dalle dichiarazioni delle persone offese, cioè delle due ragazze, e che le loro dichiarazioni non sono tra loro convergenti. Allo stesso tempo ha evidenziato che gli indagati, in sede di interrogatorio, hanno invece compiutamente ricostruito i fatti con versioni complessivamente concordi e, astrattamente, plausibili.
Da parte sua la Procura di Como, che aveva disposto i fermi eseguiti dai carabinieri, «si riserva di effettuare ulteriori approfondimenti investigativi, evitando allo stesso tempo di fornire ulteriori particolari inerenti un episodio che si ritiene abbia certamente colpito persone accusate e vittime e la relativa indagine - ha scritto in una nota il procuratore Nicola Piacente - pienamente rispettando la decisione assunta dal Giudice per le indagini preliminari (comunque non equiparabile ad una pronuncia di assoluzione, attesa la fase interlocutoria in cui è intervenuta)».