Thiene, vandali danneggiano la tomba di Matteo Miotto, soldato caduto in Afghanistan

Thiene, vandali danneggiano la tomba di Matteo Miotto, soldato caduto in Afghanistan
di Ebe Pierini
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Martedì 12 Aprile 2016, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 18:24
Quando partì per l’Afghanistan nel suo testamento lasciò scritto che, in caso di morte, avrebbe voluto essere sepolto in quella parte di cimitero nella quale riposavano i caduti della prima guerra mondiale. Era il 31 dicembre del 2010 quando Matteo Miotto perse la vita nell’avamposto Snow, a Buji, nella valle del Gulistan. Aveva appena 24 anni l’alpino della 269^ compagnia alpieri del 7° reggimento di Belluno che si trovava in missione con la brigata Julia. Quando la bara di Matteo rientrò in Italia la sua famiglia realizzò il suo desiderio. Il primo caporal maggiore caduto in missione riposa oggi nel cimitero della sua città, Thiene, in provincia di Vicenza, nell’area riservata ai caduti della Grande Guerra. Qualcuno tra domenica e lunedì ha danneggiato la sua tomba. Ad accorgersene è stato il padre, Franco, che, amareggiato, ha affidato il suo sfogo alla sua pagina Facebook. “È dal giugno 2013, dai giorni dell'adunata triveneta di Schio, che questa scultura in ferro, dono di un artigiano bresciano , assemblata con frammenti bellici della grande guerra, sta o, meglio, stava sulla tomba di Matteo – si legge nel suo post - Oggi questo è quanto ho trovato. Spezzata, vilipesa e gettata in un angolo tra resti di calcinacci. Cosa posso dire? Come padre a fronte di un tale gesto di spregio, amareggiato, posso solo chiedermi chi e perché . Mi ero ripromesso misura e sobrietà nelle mie espressioni di pensiero su Facebook ma, dopo attenta riflessione, trovo giusto condividere con voi questo scampolo di cattiveria umana”.

Matteo è sepolto vicino a due “ragazzi” caduti nel 1916 e nel 1917 durante la prima guerra mondiale. Tre giovani che hanno perso la vita indossando l’uniforme dello stesso Paese, in guerre così lontane e diverse. La tomba di Matteo è sobria. Ci sono una sua piccola foto, una piccola targa che ricorda che è stato insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia d’argento alla memoria e la preghiera dell’alpino. La madre Anna non fa mai mancare i fiori freschi. C’era anche quella statuina di ferro che rappresenta una vedetta. Prima che qualcuno la spezzasse e la gettasse via. Un gesto davvero inspiegabile e gravissimo. “Purtroppo l'inciviltà, la mancanza di rispetto e l'affievolirsi dei valori sta portando ad una pericolosa deriva – ha commentato il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto - Per questo dobbiamo ancora di più impegnarci ognuno nel nostro ruolo e nel posto che occupiamo all'interno della nostra società. Ai familiari di Matteo va tutta la mia solidarietà per questo vile atto che condanno fermamente”. “La nostra forza è quella di rimetterla al suo posto una, due, mille volte senza mai tentennare o avere dubbi, forti dei nostri ideali, sempre leali verso chi crede in noi e generosi nei confronti degli stolti, concedendo loro l'ennesima occasione di capire” ha scritto il generale Marcello Bellacicco, attuale vicecomandante delle Truppe Alpine che nel 2010 guidava il contingente italiano in Afghanistan, rivolgendosi al padre di Matteo. Unanime la condanna di questo atto deprecabile, vergognoso ed offensivo della memoria di un ragazzo che ha speso la sua vita per la sua Patria. C’è rabbia e amarezza tra i suoi famigliari, i suoi commilitoni, i suoi concittadini e tra i suoi amici che continuano a ricordarlo con un affetto che, a cinque anni dalla sua scomparsa, non si è minimamente affievolito.
 
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