Lunga la strada tormentata del riscatto: ha perso un padre, ora latitante in Africa, ma ha trovato l'amore della madre e del fratello. E adesso che ha compiuto i 18 anni può iniziare a lasciare la comunità dove si trovava e iniziare a camminare con le proprie gambe.
Intanto ieri, in Tribunale a Treviso, è proseguito il processo nel quale il padre, 41 anni, è chiamato a rispondere dell'accusa di violenza sessuale aggravata. Una vicenda agghiacciante che, grazie all'assistenza di terapeuti, psichiatri e dei familiari, la 18enne si sta gettando alle spalle.
Gli abusi vennero alla luce nel 2013 quando la ragazzina, all'epoca 15enne, trovò la forza di confidarsi con le insegnanti e la preside della scuola media che frequentava. Subito scattarono le segnalazioni alla Procura e ai servizi sociali. Nemmeno il tempo di capire che la ragazzina raccontava la verità e il papà, per sfuggire alle manette, scappò dall'Italia. Da quanto ricostruito dagli inquirenti, sulla base delle parole della ragazzina, il padre l'avrebbe ripetutamente violentata da quando aveva 6 anni. Violenze sessuali quasi quotidiane. Per anni la piccina, senza sapere a chi chiedere aiuto, subì gli stupri in silenzio, chiudendosi in se stessa. Finché, ormai grandicella, capì che liberarsi della vergogna e del padre doveva parlare. E così il calvario finì.
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