Lo ha detto il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, alla commemorazione delle vittime a Palazzo di Giustizia.
La sparatoria avvenuta ieri al Palazzo di Giustizia di Milano dimostra che la giustizia è stata lasciata sola. Ne è convinto il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, intervenuto dall'aula magna del tribunale dove sono state ricordate le tre vittime. «Siamo qui per chiedere rispetto» ha detto prendendo la parola al termine del minuto di silenzio osservato per commemorare il giudice Fernando Ciampi, l'avvocato Lorenzo Claris Appiani e Giorgio Erba, uccisi da Claudio Giardiello.
«Fatti tragici - ha spiegato Sabello - che hanno un valore direttamente simbolico», perché rappresentano «la solitudine in cui tante volte è stata lasciata la giustizia». Per Sabelli, insomma, la sparatoria di ieri è il frutto di «troppe tensioni che si raccolgono sulla giustizia», ma anche della «troppa rabbia che si genera su chi esercita la giurisdizione». Per questo ha voluto «richiamare tutti a un doveroso
rispetto, precondizione per tenere a freno quella rabbia». Alla fine un appello ad avvocati e magistrati: «Da questa tragedia deve nascere un senso di recupero: è il momento di ripartire da zero».