«Appena arrivati sul luogo dell'incidente - racconta all'agenzia Ansa - la situazione ci è apparsa subito grave ma ancora sotto controllo». «Con il passare delle ore, le fiamme che aumentavano, il fumo nero che non dava tregua, l'acqua gettata dai rimorchiatori sulla nave e il buio che avanzava - aggiunge - i passeggeri del traghetto sono stati presi dal panico».
«A quel punto - prosegue - è diventato difficile regolare la salita verso l'elicottero. Appena la cesta o il verricello calavano sul ponte il desiderio di scappare da quella trappola diventava più forte di tutto e mille mani assalivano l'imbracatura». «Si scavalcavano tra di loro, urlavano e si strappavano di mano la fune».
«Per cercare di mettere in salvo, come si fa sempre, prima i bambini, le donne, gli anziani e i feriti - dice ancora Rollo - ho gridato e minacciato più volte di andarmene con l'elicottero e lasciarli lì».
«Siamo preparati a questo tipo di soccorsi ma, diciamo, che quello di ieri è stato tra i più duri a cui ho partecipato».«La difficoltà - spiega - è stata anche quella di tenere il più possibile fermo l'elicottero, un HH139, che con il vento rischiava di far oscillare pericolosamente cesta e imbracatura mentre i naufraghi venivano issati a bordo». Ad aspettarli in cabina c'erano il comandante Antonio Laneve e il secondo pilota Francesco Pastore. Con Rollo una vera squadra, orgogliosa di appartenere al 15 stormo dell'Aeronautica militare.
«Appena i naufraghi arrivavano davanti all'apertura dell' elicottero - racconta Pastore - si arpionavano al maniglione e non c'era modo di staccarli. Era la salvezza e non volevano mollarla».
«Il momento più drammatico - aggiunge il comandante Laneve - è quando la nave si è inclinata. Tutti hanno allora pensato di finire in mare e con quelle onde e il freddo non si sarebbe salvato nessuno.
Da quel momento è stato il caos che, per fortuna, insieme alla preparazione degli uomini dell'Aeronautica, non ha preso il sopravvento».