Alfonso, quello che voi e il vostro avvocato avete sempre sostenuto sembra stia venendo a galla. «Sì, è vero. Avevamo ragione. La colpa è del medico, perché gli anestesisti l’avevano avvertito che c’era un calo della pressione sanguigna, ma lui non ha dato loro ascolto e ha continuato ad operare. Tommasina, come fosse un pezzo di carne e non un essere umano, è stata squartata da morta, di nuovo, per nascondere gli errori medici effettuati. Sarebbe bastato un laccio emostatico per evitare questa tragedia».
Ma queste cose erano state scritte nella cartella clinica che poi venne sequestrata? «No. La cartella clinica relativa alla degenza di Tommasina è stata esaminata e, da quanto ho appreso, non emergono elementi che dimostrino il dissenso degli anestesisti o di altri, alla gestione della situazione effettuata dal chirurgo».