Capotreno aggredito col machete: arrestati due salvadoregni, caccia ad altri due

Capotreno aggredito col machete: arrestati due salvadoregni, caccia ad altri due
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Venerdì 12 Giugno 2015, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:09

Due salvadoregni ventenni sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Milano nell'ambito delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Lucia Minutella con l'accusa di tentato omicidio per l'aggressione di ieri sera al capotreno e al suo collega. Si tratta di Jackson Jahir Lopez Trivino, ecuadoriano di 20 anni con permesso di soggiorno scaduto, e Josè Emilio Rosa Martinez, 19enne di El Salvador. Quest'ultimo è ritenuto l'autore materiale, colui che ha colpito col machete il capotreno Carlo Di Napoli procurandogli una ferita al braccio che stava per costargli l'amputazione dell'arto. Secondo gli investigatori della Squadra mobile, il procuratore aggiunto Alberto Nobili e il sostituto procuratore Lucia Minutella, entrambi farebbero parte della gang latina MS13.

Lopez Trivino è già noto ai poliziotti della Mobile in quanto coinvolto con l'appellativo di 'Peligrò (pericolo) nell' operazione 'Maredos' del 2013 che portò all'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di 25 soggetti, di cui 7 minorenni, per la maggior parte salvadoregni, affiliati all'associazione criminale «MS13».

Dalle prime ricostruzioni i due avrebbero passato la serata bevendo alcolici al parco: molta vodka in un parco in zona Certosa assieme a un gruppo di altre 7 8 persone, tra cui una ragazza.

Sarebbero poi saliti alla fermata precedente a quella di Villapizzone, dove poi una parte è scesa lasciando sul treno solo quattro. In quel momento si è avvicinato il capotreno per chiedere i biglietti e, secondo quanto riferiscono fonti investigative, il salvadoregno ha sferrato il colpo per «difendere» l'amico dalla richiesta. Infatti, sembra che solo uno su quattro avesse il titolo di viaggio. Il resto è noto: i quattro hanno colpito alla testa un altro ferroviere intervenuto per aiutare il collega e poi sono scappati. I due che poi sono stati arrestati, però, sono stati bloccati subito dopo in via Ernesto Teodoro Moneta, sotto il ponte Martin Luther King.

Intanto migliorano le condizioni del capotreno trentenne. L'uomo è stato colpito, insieme a un ferroviere intervenuto per aiutarlo, su un convoglio provenientedall'Expo. I due arrestati facevano parte di un gruppetto di giovani sudamericani che non volevano mostrare il biglietto alla fermata di Villapizzone, alla periferia della città.

«Il ferito C.D., aveva una lesione grave da fendente al braccio sinistro, lesione che ha portato a una sub-amputazione - spiega in una nota l'ospedale di Niguarda di Milano - si è cercato qui di recuperare la funzionalità del braccio; la prognosi verrà sciolta nei prossimi giorni. L'intervento è durato dalle 23.40 di giovedì 11 giugno alle 6.30 di oggi, 12 giugno. L'equipe ha visto la collaborazione di più specialisti: un chirurgo generale, un chirurgo vascolare, un chirurgo plastico e un chirurgo ortopedico».

Il ferroviere fuori servizio che era intervenuto per aiutarlo è stato colpito alla testa ed è stato trasportato all'ospedale Fatebenefratelli con un trauma cranico.

Secondo quanto ricostruito finora dalla Polfer, il capotreno avrebbe chiesto i biglietti ai pochi passeggeri pronti a salire a bordo, compreso il gruppetto di sudamericani. Questi si sarebbero rifiutati di mostrare il biglietto e uno di loro ha estratto un machete da una borsa colpendo al braccio il controllore. Il ferroviere che in quel momento non stava lavorando, che ha 31 anni, è intervenuto in suo aiuto ma è stato colpito alla testa.

Il capotreno «Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante e che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi», ha detto il capotreno al segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri che è andato a trovarlo all'ospedale di Niguarda. «Avevo intuito che c'era una situazione strana - ha aggiunto - e per questo ho chiesto al mio collega se poteva stare ancora un po' con me nonostante avesse finito il turno».

«Questa è la notte più brutta e lunga della mia vita, mio marito è una roccia anzi la nostra roccia!», ha scritto ieri sera sulla sua bacheca di Facebook la moglie di Carlo Di Napoli, il capotreno aggredito. «Non pensavo di essere circondata da così tante persone che ci vogliono bene! Grazie, io non mollo e neanche Carlo!», continua il messaggio della donna, che pochi mesi fa ha avuto un bambino con il ferroviere ferito.