Mattarella a Firenze in treno, poi il tram fino a Scandicci

Mattarella a Firenze in treno, poi il tram fino a Scandicci
di Mario Ajello
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Martedì 24 Febbraio 2015, 12:16
Il presidente Mattarella ha battuto perfino Papa Francesco. Bergoglio girava in metropolitana a Buenos Aires quando era cardinale ma poi non più, come é giusto e come é ovvio considerando i motivi di sicurezza.

Il Capo dello Stato invece il tram lo prende tuttora e lo ha appena fatto a Firenze. Nella capitale toscana, non c'è arrivato a bordo della macchina presidenziale e con tanto di scorta chilometrica capace di paralizzare il traffico cittadino dopo aver sfrecciato sull'autostrada. Ma neanche c'è arrivato a piedi a Firenze, come in frate zoccolante, perché questa sarebbe impensabile demagogia e un scena da Scherzi a parte. Semplicemente, da Roma ha preso il treno. Come un passeggero qualsiasi, sia pure accompagnato dal suo staff.



La chiamano la pedagogia dei gesti questa maniera orizzontale da parte del presidente della Repubblica di fare la vita che fanno gli altri e di volere dare l'impressione al prossimo di considerarsi come uno di loro. Non c'è furbizia e non c'è machiavellismo in questa scelta di normalità. C'è viceversa la consapevolezza che alcuni simboli della potere che trasmettono il senso della separatezza e dell'alteritá, oltre che dell'alterigia, sono quelli considerati più fastidiosi agli occhi delle persone comuni. Evitare lo sfoggio inutile di autoblú o di voli di Stato - si ricordi l'aereo di linea che Mattarella ha usato giorni fa per andare a Palermo in visita privata - é una maniera spicciola ma significativa per tentare il riavvicinamento tra istituzioni e popolo. Basta poco per rimettere in connessione la politica con la società, il Palazzo e il Paese, basta forse - almeno come inizio - un tram per Scandicci.



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