Mafia, blitz nel siracusano: arrestato latitante, il fratello condannato allergastolo si suicida

Mafia, blitz nel siracusano: arrestato latitante, il fratello condannato allergastolo si suicida
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Domenica 10 Novembre 2013, 13:21 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 11:59
Un blitz dei carabinieri del Gis in un covo nelle campagne di Lentini dove si nascondevano due latitanti, esponenti di spicco del clan mafioso dei Tortoriciani, si è concluso con l'arresto di Calogero Mignacca mentre il fratello Vincenzino si è suicidato con un colpo di pistola alla tempia.



Calogero e Vincenzino Mignacca, rispettivamente di 41 e 45 anni, boss del clan mafioso di Tortorici, un paese del messinese sui Monti Nebrodi, sono stati condannati all'ergastolo con sentenze definitive per associazione mafiosa, omicidi, rapine, estorsioni ed altri reati. I carabinieri dei Gruppi di intervento speciale, dopo avere circondato il casolare di campagna dove si nascondevano i due latitanti, hanno più volte intimato loro di arrendersi prima di fare irruzione nel covo sfondando la porta di ingresso e immobilizzando Calogero Mignacca che era in possesso di una pistola.



Il fratello Vincenzino, che si trovava in un'altra stanza, alla vista dei militari coperti dagli scudi protettivi si è sparato un colpo di pistola alla tempia.



L'operazione è stata condotta dai reparti operativi del Gis di Messina e Catania, coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Messina.



Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si è complimentato con il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, per l'intervento dei Gis che ha portato, a Lentini, all'individuazione di due latitanti inseriti nell'elenco dei più «pericolosi». «Si tratta di un altro grande successo della squadra Stato - ha affermato il ministro Alfano - che punta al controllo, in termini di sicurezza, del territorio, intensificando la lotta al crimine organizzato. Ma in questa occasione, se esprimo soddisfazione per l'arresto di uno dei due latitanti - ha concluso Alfano - provo profondo dispiacere per il gesto di disperazione compiuto dall'altro che, al momento dell'irruzione, si è tolto la vita».