«L'attività per evitare gli sbarchi, svolta da Lolli come capitano di una motovedetta al comando di un gruppo di uomini e fatta a titolo di volontariato - spiega l'avvocata Valentina Rossi del Foro di Cosenza alla quale si sono rivolti la moglie libica e il figlio maggiore - potrebbe essere l'ipotesi più plausibile per il fermo del mio cliente. L'arresto nulla ha a che vedere con i processi italiani», ha chiarito la legale che
in questi giorni si è messa in contatto con l'ambasciata italiana a Tripoli e con alcuni amici dell'imprenditore.
Sulla vicenda dell'arresto di Lolli, tuttavia, i punti oscuri sono al momento molti di più rispetto alle certezze. Alcuni media arabi arrivano a ipotizzare legami con non meglio specificate organizzazioni di intelligence.
Lolli, fuggito nel 2010, in Libia si è rifatto una vita, si è convertito all'Islam e ha sposato una giornalista libica di 20 anni più giovane. Gestisce un sito personale dove si definisce «l'ultimo avventuriero», nonché «capitano di corvetta della marina militare».
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