L'inchiesta avviata prima dalla procura di Napoli e quindi da quella di Roma per corruzione, associazione a delinquere, favoreggiamento e violazione del segreto istruttorio, ricostruisce come l'imprenditore già nel 2015 avesse provato a riavviare i suoi rapporti con la Consip. La sua azienda, del resto, si è sempre occupata di servizi nei palazzi della pubblica amministrazione e lui puntava a inserirsi in particolare in una costosa gara da 2,7 miliardi (in 3 lotti è effettivamente arrivato in testa alle valutazioni). Proprio per questo, è stato ricostruito agli atti, contatta il funzionario Gasparri, indagato per corruzione e ora assistito dall'avvocato Alessandro Diddi. Gli incontri dei due sono stati intercettati per mesi dai carabinieri del Noe. E tra gli atti dell'inchiesta dei pm Paolo Ielo e Mario Palazzi spicca la conversazione in cui Romeo conferma di aver finalmente ottenuto il contatto giusto.
IL DIALOGO
Gasparri chiede incuriosito di chi si tratti: «Chi è che ti aiuta?», Romeo risponde: «Sono arrivato molto in alto»; «In alto quanto? Ma chi è il papa? Un contatto in Vaticano?», «Meglio» dice Romeo. «Ma chi? Renzi?», insiste l'architetto. A quel punto Romeo resta in silenzio e dopo un po' cambia argomento. Un'ammissione che potrebbe essere una grossa millanteria, ma che è stata comunque considerata un tassello importante, anche se non decisivo, per ricostruire il giro di relazioni che potrebbe aver collegato Romeo al giovane imprenditore di Rignano sull'Arno Carlo Russo e quest'ultimo a Tiziano Renzi (entrambi sono indagati per traffico di influenze). Anche questa conversazione, vera o presunta, sarà al centro dell'audizione dello stesso Tiziano Renzi fissata per venerdì. Anche Michele Emiliano, che ha confermato che Luca Lotti gli chiese di incontrare proprio Carlo Russo, era atteso in procura. Ma all'ultimo, l'appuntamento è stato rimandato alla prossima settimana.