«La squadra di Giannini in serie B con partita comprata dal clan»

«La squadra di Giannini in serie B con partita comprata dal clan»
di Valentina Errante
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Mercoledì 22 Gennaio 2014, 23:44 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 12:13
ROMA - A quella promozione in B, Giuseppe Giannini, uomo simbolo nella memoria giallorossa, ex campione della nazionale, e, nel 2009, allenatore del Gallipoli, non poteva proprio rinunciare.

Era disposto a pagare qualunque prezzo pur di vincere con il Real Marcianise: alla fine 50mila euro e la mediazione dei clan, i Contini che con lo sport facevano affari e «impiegavano i propri proventi in scommesse legali ed illegali legate agli esiti dei risultati sportivi». Il Principe, adesso, è indagato per frode sportiva, con l'aggravante della finalità mafiosa, con lui anche Luigi Dimitri, oggi osservatore internazionale della Juve e all’epoca direttore sportivo del Gallipoli. A incastrarli sono le intercettazioni. Mediatore dell’operazione è Ivano Righi, allora fidanzato di Francesca Giannini, figlia dello sportivo, e appartenente alla famiglia che i soldi dei clan li riciclava da oltre dieci anni. Oggi è in carcere.



LA VICENDA

A chiedere l’intervento dei Contini su alcuni calciatori del Real Marcianise era stato Salvatore Righi. Suo figlio, Ivano, aveva trasmesso al padre la decisione del suocero: vincere a qualunque costo. L’ex capitano, oggi allenatore del Libano, e Dimitri pagano i calciatori Michele Murolo, Massimo Russo e altri non identificati, perché garantiscano un risultato favorevole al Gallipoli. E’ Tommaso Cristiano, figlio del boss del clan continiano del ”Buvero” a definire l’operazione. E il 17 maggio 2009 un 3 a 2 assicura al Gallipoli la promozione in serie B. L’accusa per tutti è frode sportiva con l'aggravante della finalità mafiosa. L’interesse dei Righi per il mondo del calcio riguarda anche alcuni investimenti. Tra i beni sequestrati ieri agli imprenditori, c’è anche la società sportiva dilettantistica «Mariano keller arl», titolare della squadra di calcio «Mariano Keller», iscritta al campionato 2013/14 della Lega Nazionale Dilettanti di serie D girone H, oltre al centro sportivo, a Napoli, dotato di cinque campi di calcio e calcetto, due palestre e due bar, per un valore di due milioni di euro.



LE INTERCETTAZIONI

I carabinieri hanno intercettato una serie di conversazioni attraverso le quali si definisce l’affare e il prezzo. Si legge nell’ordinanza: «La vicenda ha inizio quando è appena terminata la penultima gara di campionato che il Gallipoli disputa il 10 maggio 2009, a Lanciano subendo la sconfitta con il risultato di 2 a 1. Ivano Righi segue la squadra salentina allenata dal suocero. Terminato l'incontro, si sviluppa una serie di comunicazioni tra Salvatore Righi, il figlio Ivano (che si fa portavoce anche di Giannini che chiama "Peppe" o anche "mister"), e Vincenzo Natoli (Enzo), genero di Salvatore Righi. I contatti mirano a rintracciare Michele Murolo e Massimo Russo: due difensori del Real Marcianise». I carabinieri ascoltano molte telefonate. Anche alcuni giocatori del Gallipoli sanno cosa accadrà.



«L’accordo è maturato in occasione dell'incontro del 11 maggio 2009 e prevede la corresponsione di 50 mila euro ai due calciatori». Viene coinvolto anche il calciatore Salvatore Galizia. E’ un’intercettazione ambientale tra Dimitri e Giannini a far capire che quel prezzo sembra esagerato ai dirigenti del Gallipoli: «prima 50, poi 30 e poi sto 50 non esiste più». Giannini e Righi decidono che il prezzo in esubero lo pagheranno loro. Alla fine Salvatore Righi anticipa i soldi e dice al figlio «che non vuole più nulla è un regalo che vuole fare a Peppe».
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