Foggia, rubavano auto e chiedevano il riscatto: tre arrestati

Il palazzo del municipio di Foggia
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Martedì 10 Luglio 2018, 10:48
Da gennaio a marzo del 2017 avrebbero rubato più di dieci auto a Foggia, in particolare Fiat Panda, chiedendo poi un riscatto ai legittimi proprietari in cambio della restituzione del mezzo, mettendo dunque in atto il sistema che gli investigatori definiscono "cavallo di ritorno" e che sembra il ricordo di truffe del passato.

Per questo gli agenti della Polizia di Stato della Squadra mobile della questura di Foggia, con la collaborazione dei reparti Prevenzione crimine, hanno eseguito tre misure cautelari in carcere, emesse dal gip presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di Guido Campanile di 41 anni, Michele Villani di 39 anni, e Davide Garofalo di 32 anni, tutti con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, stupefacenti e contro la persona. I tre sono ritenuti responsabili di una serie di furti di autovettura, ricettazione ed estorsioni.

Secondo quanto emerso dalla indagini, che hanno permesso di attribuire al gruppo criminale più di dieci furti e tentati furti, il "modus operandi" era sempre lo stesso: i tre utilizzavano comuni arnesi da scasso per entrare nel veicolo e poi, dopo averne sbloccato il volante, lo spingevano con l'auto con cui erano giunti sul posto. Subito dopo il furto, l'auto veniva nascosta in capannoni e solo nei giorni successivi veniva chiesta la somma di denaro ai proprietari per la restituzione del mezzo. In un caso, gli investigatori sono riusciti a dimostrare che una delle vittime, per ottenere la restituzione della propria Fiat Panda, ha dovuto pagare 300 euro. Secondo gli investigatori, la Panda era preferita dai tre autori dei furti perché probabilmente più facile da rubare e perché più diffuse in città. Nelle indagini sono state anche utilizzate intercettazioni telefoniche che hanno portati gli investigatori a definire i tre uomini professionisti del furto di veicoli.

Nelle registrazioni delle conversazioni si legge: «Michele vedi sta Punto.
Questa mo te la spacco. La spacco di dentro e tu la spingi con questa macchina hai capito?». «Dove dobbiamo andare». «Sempre là. La mettiamo la nel capannone...tanto due tanto tre». Anche il gip, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, descrive i tre come persone dedite alla commissione di reati contro il patrimonio che in pochissimi giorni hanno effettuato una sequela di furti, tentati furti ed estorsioni, tanto da poter affermare di essere di fronte ad individui recidivi e quindi meritevoli della misura cautelare in carcere.
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