De Luca, il gelo del governatore: «Fantasie...». Macigno sul Pd: ora un chiarimento

De Luca, il gelo del governatore: «Fantasie...». Macigno sul Pd: ora un chiarimento
di Gerardo Ausiello
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Sabato 21 Novembre 2015, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 09:01
«Ricostruzioni fantastiche. Io non perdo neanche dieci secondi dietro a queste cose». Vincenzo De Luca tira dritto. Come se nulla fosse accaduto. Come se non fosse indagato e la bufera giudiziaria non lo riguardasse. Come se le dimissioni di un suo fedelissimo, l’ormai ex capo della segreteria politica Nello Mastursi, non si fossero mai verificate. Il governatore della Campania si sforza di pensare che sia una giornata come le altre. Ma non è così e non potrebbe esserlo. Perché tutti attorno a lui si chiedono cosa stia accadendo e quali saranno le conseguenze dell’inchiesta che si è abbattuta sulla Regione. E invece De Luca va avanti per la propria strada, come una sfinge, non modificando di una virgola l’agenda e passando con disinvoltura da un appuntamento all’altro.



La mattinata è dedicata ad incontri politici e istituzionali, il pomeriggio è una full immersion tra la riunione di giunta e il vertice di maggioranza, a cui partecipano tutti i consiglieri regionali del centrosinistra. E in entrambi gli incontri si parla di tutto fuorché della bufera giudiziaria. La seduta di giunta si conclude rapidamente.



LA RIUNIONE Subito dopo a Palazzo Santa Lucia inizia la riunione di maggioranza. Si toccano tanti argomenti, dai fondi europei al nodo ecoballe fino ai prossimi impegni in aula. I consiglieri regionali ascoltano e aspettano pazientemente che il governatore sveli loro il retroscena. La versione ufficiale, il fatto che l’ex capo della segreteria abbia lasciato l’incarico perché oberato dai carichi di lavoro, non convince infatti nessuno. Ma l’attesa si rivelerà vana.



De Luca non parla mai dell’inchiesta e nessuno osa chiedergli nulla. Alle 19 in punto il presidente della Regione si congeda perché incombe la diretta con Radio Kiss Kiss Napoli. I consiglieri, sconsolati, lasciano il palazzo. Ai cronisti ripetono come un mantra che sulla bufera giudiziaria non si è detta neppure una parola. «Davvero, abbiamo discusso d’altro», spiegano Antonio Marciano, Gennaro Oliviero e Franco Moxedano. Mentre il capogruppo del Pd Mario Casillo auspica che ci siano «chiarimenti sulla vicenda».



In diretta radio, invece, la domanda è d’obbligo. Qui l’ex sindaco di Salerno non si sottrae e conferma la versione del comunicato diffuso 24 ore prima: «Le dimissioni sono arrivate perché Mastursi mi ha comunicato che non sarebbe riuscito a sostenere il carico di lavoro in Regione e quello di responsabile organizzativo del Pd campano, anche in vista delle prossime elezioni amministrative. Ed ha ragione perché qui non si respira dalla mattina alla sera». Quindi la stoccata ai giornali: «Ho letto anch’io le prime pagine e devo dire che ho invidiato Mastursi per tutta la pubblicità che gli hanno fatto. Manco fosse Winston Churchill o Camillo Benso di Cavour».



Poi il passaggio, quasi obbligato, sull’inchiesta: «Se dovesse esserci qualcosa, la magistratura faccia il proprio corso senza guardare in faccia nessuno ma noi - assicura - siamo assolutamente tranquilli e siamo concentrati sui problemi dei cittadini». Eppure, al di là delle dichiarazioni ufficiali, la sensazione è che ci sia qualcos’altro. E infatti, mentre la giornata scivola via, si aggiungono nuovi dettagli, a conferma di un quadro tutt’altro che rassicurante. Che va al di là di Mastursi perché coinvolge lo stesso governatore. Anche il Pd, il partito più importante della maggioranza deluchiana, segue con apprensione, passo dopo passo, la vicenda.



Ma quando ai dirigenti locali chiedi dell’inchiesta e di Mastursi alzano le mani: «Nello? Sono due giorni che non lo sentiamo». Persino il segretario regionale, Assunta Tartaglione, non riesce a contattarlo. Così ai democrat non resta che essere spettatori di una vicenda che rischia di travolgere l’amministrazione De Luca ad appena sei mesi dalle elezioni vinte tra le polemiche dal governatore, definito «impresentabile» a 24 ore dal voto dalla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi (che sarà domani a Napoli per partecipare alla festa dell’antimafia).



A lei il governatore rispose all’epoca annunciando una querela e ha replicato pochi giorni fa con dichiarazioni pesanti («alla Bindi rimprovero la sua esistenza»), che hanno spinto i vertici nazionali del Pd, in particolare il vicesegretario Lorenzo Guerini, e il ministro Maria Elena Boschi alla levata di scudi. Ma quale sarà oggi la posizione del Pd sull’inchiesta della Regione? I democrat difenderanno De Luca o si regoleranno come con l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino? Lo si capirà nelle prossime ore. Per il momento il Pd tace.
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