Sono stati rinviati a giudizio, invece, i sostituti procuratori generali di Potenza Gaetano Bonomi (ora in pensione) e Modestino Roca; il pm Claudia De Luca; il maresciallo della Guardia di Finanza Angelo Morello; l'ex agente del Sisde Nicola Cervone; i carabinieri Antonio Cristiano e Consolato Tino Roma; l'imprenditore Ugo Barchiesi; l'autista della Procura generale potentina Marco D'Andrea e l'ispettore di polizia Leonardo Campagna. Tra le parti civili i magistrati Henry John Woodcock, Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Anna Gloria Piccininni e l'ex procuratore della Repubblica di Potenza Giuseppe Galante.
Secondo la Procura di Catanzaro, che ha messo la propria ipotesi accusatoria nero su bianco nell'avviso di conclusione indagini emesso due anni fa, a Potenza era attiva un'associazione segreta che, grazie all'acquisizione di notizie riservate su inchieste in corso, intendeva «evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini nei confronti di soggetti appartenenti all'avvocatura, all'imprenditoria ed alla politica lucana, nonchè ad altri apparati istituzionali tra i quali l'Arma dei carabinieri».
Le indagini erano iniziate dopo alcune denunce anonime nelle quali si calunniava l'allora pm di Potenza Woodcock, ora a Napoli. Lettere che per l'accusa sono state inviate da Cervone con l'organizzazione di Bonomi. Nell'esposto anonimo contro Woodcock ed altri magistrati di Potenza erano anche contenuti i tabulati telefonici del pm e quelli della giornalista Federica Sciarelli per accreditare l'ipotesi, risultata non vera, che lo stesso Woodcock fornisse notizie riservate alla conduttrice della trasmissione di Rai 3 'Chi l'ha visto?' ed al conduttore di Annozero, Michele Santoro. L'obiettivo dell'organizzazione, sempre secondo l'accusa, era quello di fornire l'opportunità alla Procura generale di avviare verifiche disciplinari nei confronti di Woodcock e di «evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini».
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