Caso Moro, commissione: «Finora tante bugie. In via Fani due moto»

Caso Moro, commissione: «Finora tante bugie. In via Fani due moto»
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Giovedì 10 Dicembre 2015, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 18:16

«Il Paese e la memoria di Aldo Moro meritano verità. Ma fino ad ora, e con un solo anno di lavoro, abbiamo trovato tante bugie. Molte le novità, riscriveremo in parte i 55 giorni ».Lo dice Beppe Fioroni presidente della Commissione Moro presentando la relazione approvata oggi.
 



«Si può supporre la presenza in via Fani di due motociclette: occorre indagare in merito alla questione aperta e cruciale relativa al ruolo svolto dai loro passeggeri, in tutto quattro». Per la Commissione Moro, la vicenda della moto Honda, presente a via Fani il giorno della strage della scorta di Moro va riletta con ulteriore attenzione: «Una sentenza definitiva ha assunto che gli ignoti a bordo della moto Honda di cui parlò subito l'ingegner Alessandro Marini - si legge nella relazione di fine anno dell'organismo presieduto da Giuseppe Fioroni - si siano resi responsabili di tentato omicidio ai suoi danni». «Si può supporre, sulla base agli elementi raccolti fino ad ora, che una moto era presente nella parte superiore di via Fani, prendendo la fuga verso via Stresa, ed un'altra indugiò sul luogo dell'agguato».

La Commissione, sulla vicenda, ha ascoltato due testimoni oculari, mai stati ascoltati in precedenza: «Si tratta di Giovanni De Chiara, che abitava in via Fani 106 e che vede allontanarsi a sinistra, su via Stresa, una motocicletta con a bordo due persone, delle quali una aveva sparato verso qualcuno, e di Eleonora Guglielmo, allora 'ragazza alla parì presso l'abitazione di De Chiara, la quale riferisce di voci che dicevano 'achtung, achtung', e di una motocicletta di grossa cilindrata che partì, seguendo un'auto sulla quale era stato spinto un uomo all'interno, dirigendosi da via Fani in direzione opposta verso via Stresa. La motocicletta aveva a bordo due persone; il passeggero aveva capelli di colore scuro, con una pettinatura a chignon e un boccolo che scendeva e pertanto la signora Guglielmo ritiene che fosse una donna»

Ascoltato, tra gli altri, anche Alessandro Marini, l'ingegnere che nell'immediatezza dell'agguato, parlò di una moto Honda e di una raffica nella sua direzione. Ci sono poi le dichiarazioni di Giovanni Intrevado, agente di Polizia, quella mattina fuori servizio: vide avvicinarsi a via Fani una motocicletta di grossa cilindrata con due uomini a bordo, di età tra i 25 e i 30 anni, ambedue senza casco. Il passeggero aveva un mitra, collocato tra le spalle del conducente ed il suo ventre.

I due uomini sulla moto, passando sul luogo dell'agguato a bassa velocità, scrutarono le auto e i cadaveri; quindi la motocicletta svoltò a sinistra in via Stresa e accelerò, allontanandosi rapidamente.
Gherardo Nucci, vide in mezzo alla strada una persona salire a bordo di una motocicletta, guidata da un'altra persona, che si allontanò dirigendosi in via Stresa, direzione Trionfale. I coniugi Francesco Damato e Daniela Sabbadini hanno riferito che all'incrocio tra via Trionfale e via Fani verso le 8.20-8.30 un uomo o due uomini in divisa, probabilmente della Polizia stradale, deviavano il traffico impedendo alle auto di imboccare via Fani: accanto all'uomo in divisa c'era una grande motocicletta, o forse due.

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