Bruxelles, passaggio in Italia così i terroristi si muovevano tra Siria e Europa

Bruxelles, passaggio in Italia così i terroristi si muovevano tra Siria e Europa
di Fabio Morabito
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Martedì 29 Marzo 2016, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 09:15
Sono passati per l'Italia, indisturbati. Rientrati e ripartiti. Usando anche il proprio documento, come ha fatto Khalid el Bakraoui, il kamikaze che si è fatto esplodere alla metropolitana di Maelbeek di Bruxelles. Ora sono stati tracciati gli spostamenti, e i servizi segreti di mezza Europa possono interrogarsi sul ruolo - casuale, funzionale, strategico o chissà cos'altro - del nostro Paese nella trama terroristica che ha insanguinato Francia e Belgio.

LA PRIMULA ROSSA
Anche Salah Abdeslam, il kamikaze che non si è fatto esplodere allo stadio di Parigi, per alcuni mesi primula rossa, ora in carcere in Belgio, è passato dall'Italia. Ha risieduto invece otto anni nella provincia di Brescia il marocchino Mohammed Lahlaoui, arrestato in Germania due giorni dopo le stragi di Bruxelles. Nel suo cellulare la polizia tedesca ha recuperato un collegamento - tramite sms - con El Bakraoui, con una tempistica inquietante: tre minuti prima che Khalid si facesse esplodere.

Lahlaoui, secondo le informazioni filtrate, era in possesso di una patente italiana (falsa). Ma dall'Italia era stato espulso, dopo vari reati da criminale comune. Doveva rientrare in Marocco, se ne è andato in Germania. Mentre Khalid (secondo una ricostruzione divulgata per prima da Sky Tg24) era partito per l'Italia con una carta d'identità belga, imbarcandosi all'aeroporto di Bruxelles il 23 luglio scorso. Con un volo Ryanair delle 8.25 per Treviso. Il biglietto, invece, era stato acquistato con carta di credito intestata a Abderahman Benamor. El Bakraoui, sostiene ancora Sky Tg24, avrebbe usato l'identità del calciatore belga Ibrahim Maaroufi, che in Italia ha indossato dieci anni fa - sia pure una volta sola in campionato - la maglia dell'Inter. Come Maaroufi avrebbe affittato un appartamento, presunto appoggio dei terroristi.

Khalid è così passato dai varchi dell'aeroporto di Bruxelles benché ricercato, e quando è giunto in Italia poteva muoversi indisturbato perché alla nostra sicurezza non era stato comunicato nulla su di lui. La notte il terrorista ha dormito a Venezia, in un albergo presso l'aeroporto dove il giorno dopo, alle 6 del mattino, ha preso un volo della compagna Volotea destinazione Atene. Quindi in Italia è rimasto meno di 24 ore. L'antiterrorismo sta indagando se è stato solo un transito, o qualcosa di più. Pochi giorni più tardi passa dall'Italia Salah Abdeslam. Viene avvistato al porto di Bari, prima di imbarcarsi in auto con un altro - si pensa un complice - per Patrasso, ancora Grecia. Ed è in un appartamento ad Atene, intestato ad un altro terrorista della “rete”, Abddelhamid Abbaoud, sono state trovate mappe e disegni dell'aeroporto di Bruxelles. Abbaoud è considerato il pianificatore delle stragi di Parigi del 13 novembre, collegamento con gli attentati di Bruxelles. Tutti i risultati della perquisizione furono trasmessi a Bruxelles, ha sostenuto ieri Atene secondo la tv greca Ert.

Salah è poi ricomparso in Italia, sempre via mare e con la macchina al seguito, il 6 agosto, con un traghetto che approda a Bari. E poi sarebbe risalito fino a Bruxelles, facendo tre volte rifornimento di benzina con la carta di credito. Da Bari a Bari, 5 giorni. Durante i quali Salah, secondo un'ipotesi degli investigatori, sarebbe andato in Siria.

L'ESTRADIZIONE
S'indaga in Italia sulla pista dei documenti falsi, pensando anche a qualcosa di più. L'algerino Djamal Eddine Ouali, ora in carcere a Fuorni, nel Salernitano, è accusato di «falsificazione di documenti a fini terroristici». È stato arrestato sabato scorso su mandato di cattura della magistratura belga. Ouali respinge ogni accusa: «Non sono un terrorista, non so nulla di terrorismo e neanche di documenti falsi». Ha poi chiesto notizie della moglie che aspetta un bambino. Non si opporrà all'estradizione (si decide venerdì), dice il suo avvocato, Gerardo Cembalo: «Vuole essere giudicato in Belgio».