Sciopero l'8 marzo, le donne divise

Sciopero l'8 marzo, le donne divise
di Maria Latella
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Marzo 2017, 09:39
La forza sarà certamente con loro, visto che l'8 marzo sciopereranno in quaranta Paesi, dall'Argentina al Messico, dagli Usa della Women's march all'Europa delle grandi capitali. La forza è con loro, purtroppo mancheranno gli autobus, le metropolitane. E i treni per pendolari. Il fatto è che scegliendo lo sciopero delle donne per le donne, in fondo ispirandosi ad Aristofane e alla sua Lisistrata (anche se lì di sola astensione dal sesso si trattava) si è scelta una strada vecchiotta. E sul carro della piattaforma globale sono saliti subito pure i localissimi sindacalisti dell'Atac e dell'Atm. Che cosa c'entri con l'8 marzo e la giornata di riflessione sulla violenza contro le donne il mancato arrivo dell'83 da Testaccio a via Barberini, resta infatti un mistero.
La risposta sta forse nella vetustà della strategia scelta. Lo sciopero. Come se non fosse rimasto altro, nel repertorio, per richiamare l'attenzione su molte e giuste rivendicazioni, da quelle del lavoro a quelle, appunto, dell'insicurezza del vivere con maschi maneschi.

Certo, è difficile tenere alta l'attenzione su una data simbolo, l'8 marzo, mentre la voglia di festeggiare (ma festeggiare che?) sembra del tutto ingiustificata. Perciò, se manca la festa, resta la protesta. Ma proprio sullo sciopero si doveva planare?
Dice: trovalo tu un modo meno scontato, meno banale per far capire che le donne, girandosi un attimo, hanno scoperto di non aver dietro nessuno, non la politica che le usa e le getta, non le grandi aziende che in fondo non hanno mai amato la legge sulle quote nei board. D'accordo, per l'anno prossimo ci faremo venire idee migliori. Però, per quest'anno, diciamocelo: lo sciopero dell'8 marzo è una minestrina riscaldata, una cosa da photo opportunity. Meglio che niente? Sia. Ma certe volte quel che non lascia traccia, lascia delusione.
In Italia, per di più, alla minestrina riscaldata dalla movimentazione internazionale, si aggiunge il danno. L'8 marzo, l'astensione dal lavoro coinciderà con l'astensione dei trasporti, genialata decisa dai soli sindacati di base. Per tenere a casa tutti, donne, uomini, bambini? Mistero. Nel suo essere paradossale, il blocco dei trasporti l'8 marzo offre perfino più di una lettura. Proviamo a immaginarne qualcuna.

Lettura n. 1 - L'hanno deciso in una riunione per soli uomini, di quelle tenute a tarda sera, in cui ancora si fuma. Nessuno si ricordava che l'8 marzo è l'8 marzo ed è andata così. D'altra parte s'era fatto tardi, e le Marlboro erano finite.

Lettura n. 2 - Lo sciopero dei trasporti è stato indetto nel corso di una riunione mista, con sindacalisti uomini e sindacaliste donne. I primi hanno convinto le seconde con il seguente argomento: un bello sciopero dei trasporti rafforza e potenzia lo sciopero globale delle donne. Per dire: l'8 marzo a Roma, l'associazione che riunisce 77 Centri antiviolenza manifesterà insieme alla rete #nonunadimeno. Vuoi mettere come sarà creativo spostarsi verso il centro dalla periferia? E chissà quale sistema escogiteranno le ragazze della libreria Tuba Bazar del Pigneto per unirsi ai cortei... Forse in bicicletta, in monopattino... In macchina no, si sa che nessuna persona sensata, potendo, intraprende un viaggio verso il centro in giornate di sciopero dei mezzi.

Lettura n. 3 - Interpretazione alla famolo strano. Poiché lo sciopero delle donne in chiave di protesta è una evidente richiesta di attenzione, ci si nota di più se pure gli autobus non viaggiano.
In tutto ciò resta il mistero delle sindacaliste di base che, se c'erano, hanno caldeggiato il blocco dei trasporti proprio nel giorno in cui altre donne cercano di sbloccare diritti (incluso quello di non farsi ammazzare). Qui le ipotesi sono due: o le sindacaliste di base pensano davvero che si tratti di una decisione geniale. Oppure hanno aderito allo sciopero globale dell'8 marzo in anticipo. Per questo alla riunione in cui si è stabilito di fermare treni e autobus loro non c'erano.