«Io non vedo l’ora», parola di Elly. «Io mi impegno molto volentieri a fare il confronto tivvù», parola di Giorgia. E ormai è certo che il faccia a faccia Meloni-Schlein si farà. Non c’è ancora una data, ma si farà. E se il format funzionerà in termini di share e di condotta pubblica delle due leader - che sono già d’accordo sullo stile da tenere: ritmo e fair play - verrà anche replicato. Sia perché la stagione elettorale è lunga da qui alle Europee, e in più le Regionali e le Comunali, sia perché al momento c’è una divisione in corso: i meloniani spingono per ambientare il duello in Rai, i dem per farlo su Sky.
Elezioni europee, il pressing di Elly Schlein su Emiliano, Bonaccini e De Luca
Il duello tv
Nessun litigio tra gli staff di Meloni e Schlein.
L’organizzazione
In ogni caso, l’organizzazione si vedrà. Intanto, è sicura una cosa: non si aspetterà che Meloni e Schlein sciolgano il nodo sulle rispettive candidature alle Europee, il confronto si terrà anche prima. C’è chi spinge, nei due fronti, addirittura per allestirlo alla vigilia del voto regionale in Sardegna del 25 febbraio. Difficile che si farà in tempo, ma potrebbe essere subito dopo. Alla squadra di Elly piacerebbe, e dalla parte opposta non ci sono per ora chiusure su questo, che le regole del confronto comprendessero la possibilità che l’arbitro conceda una replica dopo l’affermazione della concorrente, prima che si passi ad un altro argomento. Questo perché Schlein aspira a ripetere quello che per i dem è stato un colpaccio. Nel question time del 24 gennaio a Montecitorio, dopo che Meloni aveva accusato la sinistra di aver messo nel 2009 il tetto alle assunzioni negli ospedali, Schlein poté farle notare in sede di replica che quel taglio nella sanità era stato opera di Berlusconi perché in quell’anno governava lui e aveva tra i ministri proprio la giovane Giorgia. La quale il vero regalo che potrebbe ricevere nel confronto, e non è affatto escluso che lo avrà, sarebbe una Schlein che parlando di premierato come «svolta autoritaria» arrivi a sventolare i rischi di un nuovo fascismo: argomentazione non molto pop e per nulla d’interesse quotidiano, e facilmente smontabile. Più che altro saranno i temi della sanità e del lavoro a dominare la scena. Le due leader hanno bisogno l’una dell’altra. E il video-scontro sarà il loro terreno di incontro. Per polarizzare su se stesse il gioco politico. C’è chi dice al Nazareno, ricorrendo all’ironia ma dicendo il vero: «Questo confronto serve a Meloni e a Schlein per superare quota 50 alle Europee. Almeno il 30 per cento a me, ovvero a FdI, e almeno il 20 per cento a te, ovvero al Pd. E così restano all’asciutto i maschi rosiconi, i due Mattei e mezzo». E chi sarebbe, oltre a Salvini e Renzi, il mezzo? «Il liderino Conte».
Le prove
Appena si decidono i temi del confronto, Meloni si farà preparare, per un ripasso dell’ultimo momento di materie che ben conosce, i vari dossier dallo staff della comunicazione e si consulterà con il sottosegretario Fazzolari, detto Spugna, «l’uomo più intelligente che abbia mai conosciuto» (copyright Giorgia). Schlein invece nella sua stanza al Nazareno farà una prova generale del confronto, domande-risposte-repliche come se già fosse in scena contro Meloni, insieme al portavoce Alivernini, a Gaspare Righi capo segreteria di cui Elly si fida ciecamente per tutto e a Sandro Ruotolo, responsabile della comunicazione dem ed ex inviato delle trasmissioni di Santoro. Vincerà la migliore. Ma poi ci sarà la partita di ritorno.