Romeo (Lega): «Pronti a fare campagna elettorale, se patto salta ci sono solo le urne»

Massimiliano Romeo
di Emilio Pucci
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Giovedì 8 Agosto 2019, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 10:50
«Noi siamo pronti a tutto». Massimiliano Romeo ha appena finito di dire nell'Aula di palazzo Madama che dopo la mozione sulla Tav del Movimento 5 stelle «ci saranno conseguenze» nel governo.
Ora va in vacanza? «Probabilmente saranno romane...», dice uscendo dal Senato.

Capogruppo, cosa vuol dire che si apre ora una questione politica con i pentastellati?
«Che serve un chiarimento. Non siamo per tirare a campare. In questi due mesi dal voto delle Europee è successo poco. M5S non ha compreso che noi vogliamo portare avanti le riforme e sbloccare le opere pubbliche. Così non si può andare avanti».

Avete deciso di strappare quindi?
«Le valutazioni le farà Salvini. Noi facciamo quello che decide lui. Anche una nuova campagna elettorale. Siamo abituati a stare sul territorio. La cosa non ci preoccupa, anche se è estate».

Qual è ora il timing della crisi?
«Vogliamo sapere rapidamente cosa vuole fare il Movimento 5Stelle. Basta tergiversare. Servono passaggi rapidi su tutto. Il 26 maggio i cittadini ci hanno dettato un'agenda politica. E noi vogliamo realizzarla».

Scusi, ma se si rompe l'alleanza giallo-verde non è detto che ci sia il voto anticipato
«Se si rompe il patto M5S-Lega per noi ci sono le urne. Nessuna nuova legge elettorale. Se non c'è questo governo occorre ridare la parola ai cittadini. No a pastrocchi o ad alchimie di palazzo. Bisogna essere coerenti. Non siamo noi ad essere preoccupati per il voto».

Lo ha detto anche in Aula rivolgendosi al Pd.
«Sì ho citato simpaticamente il film Warriors' Quando uno dei protagonisti dice: paura eh...?».

Il Pd però dice che siete spaventati dalle vicende giudiziarie e dalla storia dei 49 milioni alla Lega...
«Tutte cose per far vendere i giornali. Nulla di più».

Ma non ha paura che si crei in Parlamento un fronte anti-Lega per non mandarvi nel caso al voto?
«Siamo abituati ad avere il sistema contro. E' dal '93 che è così. Non temiamo nulla. La nostra guida sono gli italiani».

Non è possibile risolvere la partita con M5S attraverso un rimpasto? Magari chiedendo la testa di Toninelli?
«Io non parlo di persone ma di cose. Non siamo attaccati alle poltrone o qui per scaldare la sedia. Vogliamo la politica dei fatti. Gli obiettivi devono diventare realtà. Stimo il capogruppo M5S Patuanelli ma non è possibile che ogni volta che si porta in Aula un provvedimento voluto da Salvini ci siano dei problemi».

Si riferisce a chi ha abbandonato l'Aula sul dl sicurezza bis?
«Quando M5S ha portato una legge in Aula noi, obtorto collo, l'abbiamo sempre votata. Invece hanno avuto da ridire anche sulla decretazione d'urgenza. Ma il dl sulle fondazioni liriche del ministro della Cultura Bonisoli è urgente?».

Insomma non avete digerito la mozione sulla Tav del Movimento.
«E' una questione di credibilità e di autorevolezza. E' stato un dibattito surreale. Ma che messaggio diamo ai nostri interlocutori internazionali? Ogni volta si frena, si rinvia o si dice di no».

Si riferisce anche al dossier sull'autonomia?
«Il referendum c'è stato nell'ottobre del 2017. Non si può dire forse, ma o addirittura inventare la bufala che divide l'Italia. Ma possiamo aspettare tempi biblici? Che la bozza d'intesa vada in Parlamento, che poi venga modificata E la stessa cosa è sulla legge di bilancio. E' una querelle poco edificante. Vogliamo tagliare le tasse oppure no? Ci vuole una spinta, indietro non possiamo tornare».
 
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